Angelo Paolombo è sempre stato un ragazzo di grande sentimento - scrive stamattina David Guetta sul Corriere Fiorentino -. Come il protagonista della canzone di Celentano, quello della via Gluck, non si è mai scordato della sua prima casa, che sarebbe poi la Fiorentina. Due anni e mezzo nella Primavera viola, già notato da Mancini e poi l'esordio a Venezia nel 2002, con Chiarugi in panchina, quando i viola naufragarono in Laguna, certificando la retrocessione. Palombo aveva 21 anni e fu il migliore in campo. In estate non avrebbe avuto alcun problema a scendere in B, ma il fallimento cambiò la storia.
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Guetta scrive: “La prima casa di Palombo come in via Gluck”
Palombo avrebbe abbandonato la Samp solo per tornare alle origini, Se ne parlò tanto ma alla fine non se ne fece di niente. Peccato...
E lui ricominciò dalla Sampdoria. A Genova fu subito amore e lì ha fatto tutto, compreso trovare la Nazionale, ma quando ha incrociato la Fiorentina per lui è stato un momento particolare. Una volta quasi si scusò. Fu il giorno in cui Dondarini ne cacciò due nel primo quarto d'ora con conseguente sconfitta 3-0. Costretto ad emigrare per un anno all'Inter, Palombo in realtà avrebbe abbandonato la Samp solo per tornare alle origini, Se ne parlò tanto ma alla fine non se ne fece di niente. Peccato, perché uno così sarebbe servito, in campo e fuori: pare fosse uno dei pochi capace di domare Cassano, un'impresa al limite del sovrannaturale.
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