Su Repubblica Firenze troviamo l'intervista a Sebastien Frey. L'ex viola mette subito le cose in chiaro: non vuole parlare della salvezza, ma di chi sta lottando. Il francese ammette di aver sentito alcuni giocatori che hanno riaccolto Iachini "con un abbraccio sincero e caloroso". Il tecnico ascolano, dice Frey, "è l'uomo giusto in questo momento, sono sicuro che salverà la Fiorentina, ma si dovrà ripartire con progetti e obiettivi nuovi".
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Frey: “Società parla troppo e fa guerra al sistema italiano. Servono persone di calcio”
Frey: "La squadra è fragile e va protetta"
Perché questa crisi? Frey non ha dubbi: "La società deve parlare di meno. La proprietà fa la guerra al sistema italiano. Che sia giusto o sbagliato, qui è ben diverso dal calcio americano. La proprietà deve circondarsi di persone che hanno vissuto in modo intenso il calcio, per poter spiegare e consigliare meglio. Raggiunta la salvezza, se è il caso, bisogna fare una resa dei conti che a volte fa bene. E poi ripartire con un progetto e una squadra competitiva".
Secondo l'ex portiere la società avrebbe dovuto stare più intorno alla squadra che spendere tempo ed energia a criticare il sistema politico italiano. E' difficile, aggiunge, ricreare il gruppo com'era quello di Frey, anche perché il termine "bandiera" non esiste più, ma ci vuole rispetto, ciò che è mancato negli ultimi anni.
Continua Frey: "In un gruppo dove ci sono questi trascinatori un po’ esperti (si riferisce a Ribery, Borja Valero e Dainelli, ndr), con tanti giovani che ancora hanno dimostrato poco ma che pare siano già dei fenomeni, è difficile gestire lo spogliatoio. È come se i leader fossero in inferiorità. Eppure ci sono. A me hanno sempre detto: il difficile non è arrivare in alto, ma rimanerci".
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