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Ferrara scrive: “Il Mondiale degli ex, storie capovolte tra rifiuti, espulsioni e facce dimenticate”

Da Costa in azione con la maglia del Marocco

Kalinic cacciato perché non è voluto entrare, la riscoperta di Da Costa, l’esordio di Sanchez e i 15 milioni di Rebic

Redazione VN

(...) Accade così che in Russia entra dalla panchina il mitico Mario zampa d’oca. Impatto sulla sfida poco o nulla. Ma mica è colpa di Gomez se la Germania si arrende al Messico. Quanti ricordi, però. Belli, brutti, incerottati, soprattutto. Ma tra gli ex viola mondiali c’è chi ha fatto peggio e dalla panchina nemmeno si è alzato, nonostante il suo ct gli avesse detto: vai, tocca a te. Dopo i certificati medici inviati alla Fiorentina e una stagione di poco o niente al Milan, l’ex bomber croato Nikola Kalinic ha visto bene di disobbedire a un ordine e di farsi cacciare dal mondiale. Poi un altro ex viola ci ha messo il carico sopra. Tra i depressi del primo giro c’è anche Juan Cuadrado, che non ha fatto proprio una bella figura insieme a tutta la sua Colombia. E il povero Sanchez? Tre minuti di mondiale e già tutto sembra finito. Un fallo di mano in area, una espulsione e il Giappone che si prende i tre punti. Anche a Salah non è andata un granchè. Due sconfitte, ma alla prima era in panchina ko. Però la notizia dell’Egitto non era certo lui. Non per noi. Oh, ma quell’Hegazy è quello là? Sì, esatto. A volte ritornano, almeno in tv.

Se è tornato Da Costa con la maglia del Marocco può succedere di tutto. Anche la Polonia è partita male. E con lei Blaszczykowski, detto copia incolla. Un ricordo molto ma molto vago. E, in fondo, anche Salcedo ce lo stavamo dimenticando, ma tanti fiorentini avranno condiviso con lui la gioia per quella imprevista vittoria del Messico sui tedeschi. E d’altra parte c’è anche un plotone di ex a cui è andata bene o benissimo. Il mondo, per esempio, ha scoperto Rebic. A noi, per la verità, non c’era riuscito. La buona notizia è che il Tottenham offre trenta milioni all’Eintracht. Se l’affare va in porto la metà spetta alla Fiorentina. Un motivo in più per ricordarci di lui. Magari, chissà, anche Seferovic diventa prezioso. Intanto non ha fatto certo male con la sua Svizzera, dove Behrami continua a correre come un matto di qua e di là. E se Vecino fa il suo, la Serbia ci offre passato e presente più o meno insieme. Ljalic ormai è passato remoto, e le sue pagelle non raccontano grandi progressi. Milenkovic invece è l’oggi della Fiorentina, l’orgoglio e la soddisfazione di chi sa di possedere un grande difensore. (...)

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