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Ferrara scrive: “Borja Valero, il ritorno del sindaco. Qualcuno gli preferì Cristoforo…”

Redazione VN

"Ingiusto mettere il suo nome accanto a quello di coloro che hanno fatto di tutto per cambiare maglia. Borja si era accorto che qualcosa era cambiato"

A seguire vi proponiamo un estratto del pezzo di Benedetto Ferrara su La Repubblica:

Certi amori non finiscono, fanno giri elicoidali e poi ritornano. A volte sono un grande abbraccio. A volte, diciamocelo, se ne farebbe anche a meno. Ma il ritorno del sindaco Borja Valero è qualcosa di speciale. Sia chiaro: non tutti esultano. C’è chi dei ritorni non ne può più, anche perché il passato ti toglie l’effetto sorpresa e poi c’è sempre la ferita dell’addio e l’orgoglio di chi si sente tradito e ti cancella dal cuore in un istante, per non dire di quella parola sporca, mercenario, che finisce per schizzare fango su chi ti lascia e se ne va. Questo è il calcio. Per molti, sì, ma non per tutti. I soldi contano, come contano i procuratori, che alla fine, a ogni trasloco, ingrassano il conto in banca.

Ma le differenze esistono, perché non tutte le storie sono uguali, e quella di Borja Valero è speciale, perché legata a una Fiorentina bella e divertente e a quel qualcosa che in questo calcio frigido e avido ti può cambiare la vita. E quella cosa si chiama passione reciproca, forse addirittura umanità e, quindi, sentimento. Borja era il sindaco perché Firenze era diventata la sua città. E quella della sua famiglia: la moglie Rocìo, i figli Alvaro e Lucia. E quando Borja, adesso, ha salutato Milano per mettersi in viaggio per l’incontro con i dirigenti della Fiorentina, ha detto ad Alvaro: ci rivediamo a Firenze. E il bimbo ha alzato le braccia al cielo ed è corso e indossare la maglietta della Fiorentina, perché lui ogni anno ne ha chiesta una in regalo e non c’è da spiegare il perché.

Borja lo aveva sempre detto di voler chiudere la carriera a Firenze. Un professionista sa anche che le cose possono cambiare. Che cambiano i dirigenti, i programmi, che può arrivare chi preferirà un Cristoforo al posto tuo, o un Eysseric. Questione di gusti. Due cose sono certe: c’è un giocatore che è andato via perché non esisteva alternativa e anche un giocatore che è andato a guadagnare di più in una società più ricca e più ambiziosa. Cosa doveva fare? Ingiusto mettere il suo nome accanto a quello di coloro che hanno fatto di tutto per cambiare maglia. Borja si era accorto che qualcosa era cambiato [...]

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