L’ultimo suo gol su azione era di ventidue mesi fa. Eccetto il recente rigore in nazionale contro Gibilterra, Jakub Blasczczykowski non segnava da Borussia-Napoli di Champions League del novembre 2013: un’eternità per uno come lui, costretto a mordere il freno per il grave incidente al ginocchio e per un ciclo che a Dortmund (con Klopp ai saluti) ormai era avviato al declino. Proprio nella settimana in cui il suo amico di una vita Lewandowski entra nella storia del calcio segnando 5 gol in 9 minuti (Bayern-Wolfsburg 5-1 di martedì scorso), ecco arrivare il suo primo centro in viola. E in una partita che Kuba non avrebbe neppure dovuto giocare.
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E’ tornato Kuba
Non segnava da tempo infinito, ora fa sognare a Firenze: una K2 (con Kalinic) che piace a tutti
Già, perché la sub-lussazione alla spalla riportata contro il Genoa («Per qualche attimo ero anche svenuto») pareva cosa di non poco conto, tanto che i medici viola e lo stesso Paulo Sousa hanno atteso l’ultimo tuffo prima di lanciarlo titolare. Ma il polacco aveva voglia da vendere, un desiderio ardente di battere il dolore e non fermarsi proprio ora che le gambe stanno finalmente ricominciando a girare. E così la fascia destra è stata di nuovo sua, in una partita bloccata nel primo tempo, ma liberata proprio dal suo gran destro a metà ripresa: su un tocco sporco di Vecino infatti, Kuba si è avventato sulla palla in un attimo, quello che è bastato per far fuori Mirante e spingere la Fiorentina fino al secondo posto in classifica.
La sua esultanza verso la Fiesole poi racconta la liberazione di un giocatore ritrovato e di una squadra che pur tra le mille difficoltà sogna di restare lassù in classifica: l’anno orribile degli incidenti e della tribuna dunque è finalmente alle spalle. All’orizzonte adesso c’è un anno viola da fare a cento all’ora sulla fascia. Con l’Inter e il primato in classifica nel mirino. A quasi trent’anni infatti, il polacco è venuto qui con la motivazione di chi sente di poter dare ancora molto e di voler vincere qualche trofeo fuori dalla Germania: «Insegnerà ai miei compagni come si fa a vincere, ho scelto la Fiorentina anche per questo», disse il giorno della sua presentazione. La prima lezione, con quel tiro all’incrocio nel momento decisivo del match, l’hanno imparata tutti.
Da una prima volta a un’altra. Perché anche per Nikola Kalinic quello di ieri (in spaccata, dopo un cross di Alonso) è stato il suo primo gol nel campionato italiano. Il croato (fresco convocato anche dal nuovo ct biancorosso) aveva già segnato in Europa, ma stavolta gonfiare la rete ha avuto tutto un altro sapore, perché la porta era sotto il cuore caldo del tifo e perché aver battuto il Bologna significa anche poter sfidare l’Inter con la tranquillità d’animo di chi ha già 12 punti in classifica. Nikola per altro ha avuto il merito di entrare alla grande in partita, anche se un po’ infastidito dalla panchina e imbrigliato nella morsa della difesa rossoblu: o segna Babacar (2 reti finora) o segna Kalinic. Il Sousa un po’ trapattoniano di questo periodo, ha anche due grandi attaccanti che fanno gol con eccellente continuità, con buona pace di Mario Gomez che da parte sua sta provando a ricostruire una carriera in Turchia.
Kuba e Kalinic, dunque. Il «K2»: due nuovi acquisti di una campagna rafforzamenti non troppo apprezzata dalla critica, ma che adesso sono pronti a fare la voce grossa. Per sognare una prima annata italiana da grandi protagonisti, e volare all’Europeo l’estate prossima.
Corriere Fiorentino
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