Cancellare Gomez dal cuore dei tifosi della Fiorentina è stato un gioco da ragazzi. Anche se c’erano 25.000 persone al Franchi per la presentazione di SuperMario e solo tre fotografi per il suo primo giorno viola.Nikola Kalinic ha vinto a tempo di record la sua sfida. La tripletta di San Siro contro l’Inter ha obbligato Firenze ad andare oltre le apparenze. Certo, Gomez aveva il fascino di Batistuta. Ma niente altro. Kalinic, invece, è l’antidivo per eccellenza. Non ha la cresta, non indossa orecchini con diamanti, non veste alla moda, non ha il corpo ricoperto da tatuaggi. Un uomo normale che si è ridotto lo stipendio per sbarcare in A e considera fantastico passeggiare per il centro con la moglie e il bambino. I tifosi faticano a riconoscerlo.
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Da zero a eroe: la Croazia punta su Kalinic
Il signor Nessuno che diventa protagonista: storia dell'attaccante
UOMO ESTREMO Il calcio regala di queste storie. Il signor Nessuno che diventa protagonista. Dopo aver portato la Fiorentina in testa, il timido Nikola potrebbe diventare eroe in patria. Il nuovo c.t. Cacic lo ha subito convocato e, visto che Mandzukic è k.o., tocca a lui affrontare la Bulgaria per una qualificazione senza spareggi. Lo scenario sarà particolare, con lo stadio Maksimir di Zagabria senza tifosi. Una punizione figlia di quella svastica disegnata sul prato prima della gara contro l’Italia. Kalinic però è abituato alle situazioni estreme. Nella stagione scorsa con il Dnipro ha dovuto convivere con gli effetti di una guerra che ha devastato l’Ucraina. Ieri Nikola si è anche concesso due frasi al volo. «La Bulgaria è una buona squadra ma noi abbiamo tutto per vincere. Io sto vivendo un momento speciale. E non voglio svegliarmi». Punto e basta.
POI IL NAPOLI «Kalinic mi ricorda un po’ Boksic», osserva Ciccio Graziani. Ma c’è chi tra i vecchi tifosi viola lo paragona a quel Maraschi che contribuì al secondo scudetto della Fiorentina. Paulo Sousa lo considera il primo difensore, uno che non sbaglia mai il tempo di un taglio e un bomber micidiale. Sousa lo ha scoperto quando accompagnava le nazionali giovanili. Nikola era un talento nato. Del resto, poco più che ragazzino, con l’Hajduk andò a un passo dal titolo di capocannoniere, a -1 da Mandzukic. Poi ha sbagliato delle scelte, mentre Mario ha lasciato il segno. Nikola vuole recuperare, magari portare via lo scudetto alla Juve. «Perché la Fiorentina può restare in alto e lo dimostrerà contro il Napoli», ha detto con un filo di voce. Vietato lanciare proclami. Famiglia e moglie lo seguiranno davanti alla televisione nella casa dei genitori, a Spalato. Nikola spera di dedicare a loro un gol.
La Gazzetta dello Sport
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