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Da Baba a Pepito, le vie del gol di Sousa sono infinite

L'abbraccio con Rossi

La Fiorentina capolista ha già mandato in rete 8 giocatori offensivi su 10: spazio per tutti, tante idee e nessun muso lungo

Redazione VN

Chi si accontenta gode. E fa gol. Succede anche questo in casa della Fiorentina capolista. Una band dalla sinfonia perfetta in cui il direttore d’orchestra dirige con urla dalla panchina e cambi a sorpresa. Soprattutto nel reparto offensivo, dove Paulo Sousa deve convivere con il problema che tutti gli allenatori vorrebbero avere: quello dell’abbondanza. Risolto, però, con l’arma migliore. Una sorta di «democrazia del pallone» che prevede un po’ di spazio per tutti e che ha portato ai risultati ben impressi in classifica. Tanti gol segnati (19, coppa compresa) e soprattutto quasi tutti i giocatori offensivi già a segno. Su 10 calciatori viola votati all’attacco, infatti, già otto hanno trovato almeno una volta la via del gol. All’appello mancano solo Mati Fernandez (265’ giocati) e Rebic. Anche per questo nella Fiorentina che vince non ci sono musi lunghi.

Goleador indediti Chi viene chiamato in causa risponde presente, e soprattutto segna. E’ successo per esempio con Ilicic (3 gol) e Kalinic (5), due che Handanovic ricorderà ancora per qualche mese. «E’ molto utile per la squadra- si diceva inizialmente del croato- ma non è un bomber». Sousa però non la pensava così, e infatti in poche settimane ha avuto ragione lui. Gol contro Basilea e Bologna, prima della notte di San Siro, dalla quale si è portato a casa un nuovo soprammobile formato pallone. Una serata speciale, anche per Ilicic che proprio a Milano ha fatto capire a tutti chi è il rigorista della squadra. Per ora tre rigori realizzati su tre tirati. Niente a che vedere con i sei errori totali dell’ultima stagione.

Ma non solo... Anche Babacar si è ritagliato il suo spazio. Lo ha fatto con grinta e rabbia, gli stessi ingredienti che gli hanno permesso di siglare due gol decisivi in campionato: 1-0 contro Carpi e Genoa e sei punti in classifica. Chi invece recita il ruolo di attore protagonista in Europa è Bernardeschi che già in estate aveva dimostrato feeling con i match internazionali, (chiedere a Luis Enrique). Suo il gol che ha dato il via alla goleada contro il Belenenses, più qualche assist nelle cinque presenze in Serie A. Compito che viene richiesto a Borja Valero e Blaszczykowski, due non proprio abituati a segnare. Ma nella sinfonia di Paulo Sousa c’è stato spazio anche per i loro assoli. Il polacco si è esibito con un colpo di testa contro il Genoa, mentre Borja Valero ha aspettato la gara contro l’Atalanta, quando con un tocco preciso in area e con l’inchino sotto la Fiesole ha portato la Fiorentina al primo posto in solitaria. Gara chiusa dal piatto destro di Verdù, un altro che ha sfruttato al meglio i pochi minuti concessi da Sousa. Ma tra i tanti gol nell’avvio sorprendente dei viola ce n’è uno che ha un valore diverso. Qualcosa che va al di là dei punti in classifica o di una partita risolta allo scadere. Lo ha segnato Giuseppe Rossi in Europa League, grazie al suo mancino da «standing ovation».

La Gazzetta dello Sport