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CorFio: Paulo Sousa, allenatore di una città

L'editoriale di Ernesto Poesio sul Corriere Fiorentino

Redazione VN

A volte gli è bastato uno sguardo. Di quelli dei suoi. Magnetici. In altre ha avuto bisogno del colpo di frusta plateale, in campo o dietro al microfono, tanto per ribadire chi c’è alla guida della nave. Un onore certo, ma anche un onere. Paulo Sousa tira dritto per la sua strada. I risultati gli danno ragione, il gioco (ne è convinto) arriverà. Ma a differenza dei classici condottieri tutti d’un pezzo, quelli che amano dividere il mondo in «con me o contro di me», preferisce allargare lo spazio del suo «carro» per imbarcare sia chi lo ha subito esaltato a priori (magari per qualche screzio col suo predecessore) sia chi ha preferito vederlo all’opera prima di esprimere un giudizio.

«Avanti c’è posto» sembra dire Sousa che dopo aver conquistato il secondo posto invece di togliersi qualche sassolino dalle scarpe preferisce strizzare l’occhio non tanto agli adulatori di professione ma a chi «per tanto amore verso questa squadra fa sì che ci siano molte pretese e quindi critiche che dobbiamo ascoltare perché aiutano a vincere». Chapeau Paulo. Che fin dal primo giorno ha fatto di tutto per unire, mettendosi al centro del mondo viola, studiandone la storia, le mille sfaccettature tanto da informarsi perfino sulla geografia dei viola club sparsi per il mondo. Vincere convincendo i più scettici, a Paulo Sousa piacciono le sfide difficili. Una specie di «missionario viola», un allenatore non solo della squadra, ma di una città intera.

In questo, forse più che in campo, somiglia al buon Trap. Che con la Fiorentina in piena lotta per la prima posizione fece ricorso a una delle sue metafore più riuscite: «Quando si sta in alto fa freddo, bisogna coprirsi bene». Un messaggio rivolto a tutti. Un po’ come sta cercando di fare Sousa intento a ricostruire quell’equilibrio che un’estate velenosa ha messo a dura prova. A tifosi, società e media allora il compito di raccogliere la sfida. E tornare a stringersi la mano. Nel nome di Paulo.