Vi proponiamo un estratto dell'articolo di Alessandro Pasini sull'edizione odierna del Corriere della Sera:
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Cor. Sera: “L’Inter in picchiata, o cambia o precipita”
"Se è corretto sospendere ogni giudizio definitivo, l’allarme c’è ed è forte. L’Inter è in rottura prolungata, a turno qualcosa non va"
Roberto Mancini ha ragione quando dice che l’Inter sta dove deve stare: lo scudetto, ammettiamolo, quest’anno non può essere materia sua. E ce l’ha pure il d.s. Piero Ausilio quando ricorda che «abbiamo solo un punto meno di chi oggi potrebbe giocare il preliminare di Champions». Il problema è l’inquietante tendenza in atto. Il 12 dicembre l’Inter — vinto 4-0 a Udine — era capolista con 4 punti su Fiorentina e Napoli, 6 sulla Juve, 7 sulla Roma, 11 sul Milan. Oggi, 8 gare e appena 9 punti dopo, l’Inter è quarta, persi 15 punti da Juve e Napoli, 6 da Roma e Milan, 5 dalla Fiorentina. Il tutto con un calendario favorevole che le ha proposto una sola delle prime sei, il Milan, l’ultima e la terzultima.
Forse se i 45 punti totali fossero stati distribuiti in maniera più equilibrata la percezione del momento sarebbe diversa. Invece il campionato nerazzurro si è spaccato in due, troppo bello prima e troppo brutto adesso. Prima la base era la difesa e l’1-0 eretto a virtù pareva il limite solo estetico di una squadra solida, cinica, apparentemente con molti margini di miglioramento. Dal match con la Lazio del 20 dicembre — k.o. 2-1, liti in spogliatoio e prime crepe nel gruppo — l’attacco si è rinsecchito ancora (da 1,37 a 1 gol a partita); Jovetic è scomparso; Melo si è confermato un peso; altri rendimenti sono rimasti alterni; la media gol subiti è balzata da 0,56 a 1,37; la distrazione e l’errore sono diventati inattesi compagni di viaggio. E i risultati, al di là di sfortune o presunti torti arbitrali, sono stati la conseguenza coerente.
Se è corretto sospendere ogni giudizio definitivo, l’allarme c’è ed è forte. L’Inter è in rottura prolungata, a turno qualcosa non va e il danno compiuto a Verona è emblematico: prima i manciniani avevano subito un solo gol di testa, nel derby; domenica ne sono arrivati 3. Come se ogni certezza ad Appiano non potesse durare più di un breve illusorio attimo.
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