In una lunga intervista a SportWeek, inserto del sabato della Gazzetta dello Sport, Federico Chiesa si è raccontato, tra passato, presente e futuro.
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Chiesa: “Difficile oggi diventare una bandiera. Sogno di vincere la Coppa Italia in viola come papà”
Federico Chiesa racconta il suo presente in viola e gli obiettivi per la sua carriera, tra famiglia e gol
75 milioni, la Juve. Ti senti di promettere che diventerai una bandiera come Antognoni?
"Non sono nessuno al cospetto di Antognoni: lui ha lasciato un segno indelebile nello sport italiano, io sono solo al terzo campionato da professionista. Diventare una bandiera? Non lo so, credo che nel calcio attuale sia complicato".
A proposito di Napoli, Federico Chiesa ricorda perfettamente il gol segnato al San Paolo da Roberto Baggio che incantò perfino Maradona: "Mi basterebbe vincere contro il Napoli, anche senza segnare". E sugli obiettivi della Fiorentina, difficile pensare ad una Fiorentina come il Leicester d'Italia: "Mi accontenterei di vincere la Coppa Italia, come papà nel 2001".
Il momento più bello?
"Il debutto in Serie A in casa della Juve. Non era previsto, quando Paulo Sousa me l'ha detto sono rimasto spiazzato. Avevo anche un po' di paura, ma poi è passata. E' stato tutto bellissimo, persino il siparietto con uno steward che dopo l'intervallo non voleva farmi entrare in campo. Non mi conosceva, così quando ho cercato di raggiungere la panchina per vedere il secondo tempo mi ha bloccato".
Il più brutto quando ti hanno accusato di essere un simulatore per il rigore contro l'Atalanta?
"Acqua passata. Certo, non mi ha fatto piacere. A volte si dicono delle parole che forse sarebbe meglio evitare, ma andiamo oltre...".
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