L'incipit dell'analisi di Genoa-Fiorentina a cura di Benedetto Ferrara. Su Repubblica in edicola la versione integrale:
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B. Ferrara scrive: “Occasione persa, le sorprese di Sousa sono un boomerang”
"Dopo una ventina di minuti Sousa comprende che la sua opera d’astrattismo concettuale ha lo stesso fascino della pensilina dei Bottai..."
"Non chiedetevi perché Zarate e non Kalinic. O perché fuori sia Chiesa che Tello. E soprattutto non chiedetevi perché Milic gioca davanti e Vecino al posto di Ilicic dietro Zarate. No, perché la parola turn over non basta a spiegare. Questa è pura arte contemporanea concettuale. Il gusto della provocazione visuale, il tocco del creativo che va oltre la banalità dell’ovvio: un po’ Fuksas e un po’ Fuffas, dipende. Metti i giocatori fuori posizione, tieni fuori la punta più in forma e se va bene sarai un genio. In caso contrario sarai un artista troppo avanti per essere compreso dal mondo degli umani. C’è anche la versione “bischero” (affettuoso, sia chiaro), ma Sousa bischero non è e di calcio di capisce, tanto che dopo una ventina di minuti comprende che la sua opera d’astrattismo concettuale ha lo stesso fascino della pensilina dei Bottai: fuori Milic e dentro Kalinic, uno che sarebbe in condizione, almeno stando alla doppietta di lunedì scorso. Beh, diciamo che Sousa ogni tanto ama uscire dal recinto del comprensibile e stupire tutti con effetti speciali, soprattutto gli avversari, che in questa partita già surreale di suo, giocano il primo quarto d’ora contro una Fiorentina senza identità, che infatti va sotto senza fiatare (...)".
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