"Gratitudine. Parola surreale, nel mondo del calcio. Giocatori manovrati da procuratori, che a loro volta fanno il bello e il cattivo tempo in tante società che magari chiudono rapporti che sembrano eterni nel giro di una frase. La solita: «Dia retta a me, se vuole cercarsi una squadra è libero di farlo », un modo gentile per dire: arrivederci e grazie. Anche a Firenze a volte accade. Non è cattiveria, ma solo una scelta di vita. D’altra parte cercare il cuore nel pallone è roba dura. Solo i tifosi ci credono, e qualche raro esempio di calciatore uomo. Ma i dirigenti devono far quadrare i bilanci e poi ogni società ha i suoi procuratori di riferimento. Loro spesso ti portano soldi e allora che siano benvenuti. Quindi anche ogni giocatore gira negli stessi ingranaggi e il suo destino da quelli dipende, spesso. A volte è facile chiudere rapporti speciali, a volte no. Ci sono anche capitani veri, che magari ci restano davvero male" (...).
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B. Ferrara scrive: “Da Dainelli a Borja Valero, la dura vita del capitano”
"A volte è facile chiudere rapporti speciali, a volte no. Ci sono anche capitani veri, che magari ci restano davvero male..."
L'articolo integrale di Benedetto Ferrara all'interno di Repubblica in edicola
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