Il difensore viola Davide Astori parla a La Nazione. Ecco alcuni passaggi:
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Astori: “Questa è la nostra dimensione. Sousa? Dopo gennaio scorso si è adattato“
Una parte dell'intervista di Davide Astori a La Nazione
La Fiorentina è stata descritta come una grande mezza squadra. E’ d’accordo?
«Realisticamente siamo una buona squadra, ma in classifica stiamo dove dobbiamo stare. Ci manca qualche punto, diciamo 4 o 5. Ma chi lotta per lo scudetto fa parte di un’altra dimensione. E mi sembra perfino logico».
Perché?
«Non nascondiamoci: chi spende di più vince. Non è un segreto ormai. Ma questo è logico, basta non creare false illusioni... Nella prima parte della scorsa stagione siamo stati i primi a creare queste illusioni, ma noi giocatori sapevamo benissimo che reggere quei ritmi sarebbe stato difficilissimo, se non impossibile».
Sousa all’esterno è cambiato molto: voi all’interno come lo vedete?
«Sono due aspetti distinti, anche noi a livello mediatico lo abbiamo visto diverso, ma dentro lo spogliatoio il suo atteggiamento non è mai cambiato: vuole giocare bene e vincere segnando sempre un gol più degli altri. Quello che è successo l’anno scorso dopo il mercato di gennaio certamente può avere influito sul nostro allenatore».
Cioè?
«Credo che si sia adattato a raggiungere gli obiettivi che realisticamente ci appartengono».
Ci sono però alcuni fronti aperti.
«E infatti ce la metteremo tutta per arrivare più in alto possibile, è ovvio, mi rendo conto di dire una banalità... Ma non mi va di promettere questo o quello. Dico solo che sarebbe bello poterci qualificare ancora in Europa League per dare continuità al nostro lavoro. Se c’è una parola che mi piace, questa ’ è continuità».
Lei ha altri due anni di contratto a Firenze.
«Temo che dovrete sopportarmi. Credo che questa sia la dimensione giusta per me, parlo di equilibrio fra il tipo di calcio giocato e giuste ambizioni. Pensando ovviamente che le ambizioni possano crescere, ma sempre con il realismo che deve essere alla base di tutto. E poi a me piace troppo giocare a calcio, mi godo più questo mestiere ora di quando avevo 18 anni».
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