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Zekhnini, dall’investitura di Hummels al problema burocratico. Sì, ma adesso?

Rafik Zekhnini in azione in amichevole contro lo Sporting Lisbona

Il giovane norvegese è alle prese con un'annata complicatissima. E anche nelle giovanili non è riuscito ad incidere, anzi

Giacomo Brunetti

"Duecentoventiquattro minuti in Primavera. Questo, dopo l'esordio da subentrato nel finale della prima giornata di campionato a San Siro. Le aspettative erano altre, soprattutto alla luce delle referenze con cui era arrivato a Moena. Rafik Zekhnini è piombato, fin dall'inizio, in un vuoto di rendimento. In amichevole, la prima volta in maglia viola, era subito andato a segno. Ma dopo la gara con l'Inter, il norvegese ha alternato la calda panchina alla tribuna.

"A novembre era stato inserito dal portale FourFourTwo tra i primi cinquanta prospetti del calcio europeo. Nonostante ciò, il classe '98 non è riuscito a ritagliarsi un proprio spazio, neanche esiguo. Varie le motivazioni: lo scarso momento della squadra, le difficoltà in attacco, i problemi burocratici. Esattamente. Perché a gennaio il prestito non era contemplabile: come vi avevamo raccontato, la sua partenza era bloccata dal fatto di aver già giocato con due società diverse, la Fiorentina e l'Odd, squadra da cui è stato prelevato e con la quale è sceso in campo nei preliminari di Europa League.

"Dalle parole di Hummels - che, al termine di una gara in territorio europeo, affermò stupito "questo ragazzino ha quindici anni?" - all'oblio. Il declino di Thereau e l'inconsistenza di Dias non hanno premiato né lui né Lo Faso, rimasto al palo con il norvegese. Davanti a loro anche Eysseric e Saponara. Difficile, molto difficile. Adesso bisognerà capire quali scenari si potranno aprire. Il prossimo anno, ad ogni costo, sarà essenziale il prestito. Contemporaneamente, sarà fondamentale rinforzare la struttura fisica e mentale: gli errori visti in Primavera non possono essere contemplabili.

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