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Vista dalla Fiesole: “Una passeggiata di piacere”

Redazione VN

La Fiorentina si conferma al secondo posto con una facile vittoria contro il Chievo: Il Franchi fa così festa con i suoi beniamini

Ci avviamo un po' assonati per il traffico di Campo di Marte: alle 15 si gioca Fiorentina-Chievo e dopo un sabato “festaiolo” le ore di sonno sono veramente poche; “Non sono più abituato a queste partite 'presto'”. A un'ora dall'inizio i tornelli sono sgombri e i posti ci sono, per i ritardatari, invece, solo code e spallate: “C'ho messo un monte per entrare” - “St'Isis di m***a”. L'atmosfera è abbastanza rilassata e si è tutto sommato ottimisti: “Vinciamo e rimaniamo secondi!” - “Però questo Chievo...”. Nel pre-gara viene ricordato Riccardo Marasco, uno dei più chiari esempi di fiorentinità: più tardi la Fiesole esporrà in un suo onore anche uno striscione ad hoc. La curva comincia a cantare e le squadre sono in campo, finalmente si può partire.

Un sole accecante infastidisce la nostra visuale, impedendoci di scorgere il fondo del campo: “Se ci fai caso c'è anche un po' di nebbiolina” - “Madonna non ci vedo un c***o”. Tata balla come al solito con il pallone sulla linea di porta: “Ogni volta che fa questi versi perdo 5 minuti di vita”. Poi prima occasione con Alonso che cerca l'appoggio per Kalinic, ma niente da fare: “Dai dai, che si va bene!”; effettivamente i nostri sono in pieno controllo. Un boato ci risveglia da un breve torpore: “Madonna Ilicic che sassata che aveva tirato!”; Bizzarri interviene in posa plastica su una buona conclusione dello sloveno. La Viola continua a pressare, lo stadio sostiene e si infiamma: tutti vogliono il gol. “Eccolo!” - “È dentro! Sì sì è dentro”: esultanza spezzettata in curva in quanto tra la visuale infelice e la dinamica del gol nessuno riesce a capire cosa sia successo effettivamente; “Kalinic ha tirato e il portiere prima l'ha presa poi gli è scappata di mano” - “Ma non l'ha parata e poi l'ha ripresa in fondo alla porta?” - “Qui dice che gli è passata sotto le gambe”. La Fiorentina gioca adesso con autorità e la Fiesole intona cori a sostegno, quasi spronando per la seconda segnatura. Il gol stavolta è chiaro e splendente come il sole che ci acceca sopra la Ferrovia: il sinistro di Ilicic disegna una parabola perfetta che fa esplodere il Franchi: “SEE” - “Che gol!” - “Grande Beppe!” - “Non ti spostare più da quel posto che porta bene!”.

Si arriva all'intervallo con una partita già indirizzata sui binari giusti: “Bono bono, ora siamo secondi da soli” - “I' Napoli pareggia ancora”; dopo un po' di chiacchere, siamo pronti per il secondo tempo. Nella seconda frazione facciamo ordinaria amministrazione e la partita sembra scivolare via liscia come l'olio: “Rigore per il Napoli” - “Madonna” - “Sbagliato! No l'ha dato buono”; in questa fase ci si interessa di più ai risultati delle altre, la partita del Franchi sembra già virtualmente finita. Il Chievo si fa vedere in avanti con Hetemaj e Castro, ma sono più spauracchi che veri e propri pericoli: “Pareggio dell'Atalanta!” - “Bene” - “Pareggio del Genoa!” - “A me non mi risulta”. Nel frattempo si scalda Pepito, ma nonostante i canti che risuonano dalla Fiesole (“I' fenomeno..”), Sousa non lo fa entrare. Gli ospiti attaccano per contratto, ma la porta di Tatarusanu non viene scalfita: poco dopo va al tiro Borja Valero impegnando Bizzarri in angolo; “Porca miseria Borja di potenza l'è raro!” - “Di solito sembra sempre tiri la palla medica!”. “Gol del Napoli” - “Maremma cane”: anche Vecino sgancia una bordata sui guanti del portiere, poi finalmente arriva il triplice fischio.

Lo stadio fa festa assieme alla squadra, mentre sul maxischermo passano le emozioni di questa prima parte di stagione: “Quando fanno questi video io mi commuovo sempre”; la gente si spella le mani a suon di applausi per Gonzalo, Borja e Kalinic. La Fiesole si svuota e la gente se ne va sorridente e sognante: “Ci facesse un regalo la Lazio...” - “E se magari Higuain stesse fori per un 3 mesi abbondanti...” - “Sì e poi?”. La Fiorentina si conferma al secondo posto a pari con il Napoli, in maniera così naturale e semplice, senza pressioni, senza aver risentito delle sconfitte con Juventus e Carpi, da aver fatto sembrare la partita con il Chievo “una passeggiata di piacere”.