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Un ritorno tira l’altro: sarà la Befana di Erick Pulgar

Federico Targetti

Quello a Bologna, ma non solo

Tutta la Fiorentina è chiamata ad iniziare l'anno 2020 nella maniera giusta, facendo punti su un campo difficile come il Dall'Ara, ma la partita, non c'è dubbio, sarà speciale per Erick Pulgar, prelevato proprio dai felsinei in estate, uno degli acquisti più onerosi della tanto criticata campagna acquisti estiva. Il centrocampista cileno è l'ex della partita, è stato consacrato da Mihajlovic a partire dallo scorso gennaio e ha contribuito alla salvezza della sua vecchia squadra con ben sei gol, tutti da fermo, cinque su rigore. Ecco, allora tornare nella città dove è diventato un buon giocatore a livello nazionale non sarà un'emozione da poco, ancor di più se i tifosi lo fischieranno per il "tradimento" perpetrato in estate. Eppure il ritorno sul luogo del diletto, ci si passi il gioco di parole, potrebbe fare bene ad un calciatore che è apparso impotente di fronte all'apnea di gioco e di risultati vissuta dalla sua nuova squadra. Forse perché fino ad ora è stato impiegato in un ruolo che sa interpretare, sì, ma che non esalta appieno le sue qualità.

Il ritorno nella sua Bologna coincide con il ritorno - da allenatore - di Beppe Iachini alla Fiorentina, e dunque con il ritorno della Fiorentina al 4-3-3, o 4-3-1-2 a seconda degli interpreti. Che a sua volta, per Pulgar, è un ritorno alla disposizione del centrocampo del Cile: Erick nel mezzo, ai suoi lati Aranguiz e Vidal, due mezzali estremamente dinamiche (come Benassi e Castrovilli), che creano movimento attorno alla testa pensante del mediano. Con il ragazzo di Antofagasta in questa posizione nella Viola di Iachini, è evidente che Milan Badelj scivolerebbe in panchina, conseguenza logica del cambio di allenatore e di filosofia tattica, ma anche delle scelte fatte in sede di mercato: ricordiamo che Pulgar è un giocatore della Fiorentina, mentre Badelj è di proprietà della Lazio, quindi non utilizzare il primo porterebbe ad una perdita di valore economico della rosa, panchinare il secondo no.

A onor del vero, un paio di volte Montella ha schierato il numero 78, volente o nolente, in posizione centrale, nella vittoria di Sassuolo, ultima in campionato, e nella sconfitta di Torino: prestazioni non esaltanti, ma, come dice il detto, "anno nuovo, vita nuova". Ci sono dunque tutti i presupposti per un ritorno - e questo sarebbe il più importante - di Pulgar sui livelli di inizio stagione. La luce del faro deve tornare a brillare, per guidare la Fiorentina nel porto sicuro della salvezza, prima, e magari anche oltre, poi.

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