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Un Marzo di fuoco

Il clou è la triplice sfida contro “lei”

Redazione VN

Marzo 2014 è un mese che potrebbe essere ricordato a lungo o forse entrare direttamente nella storia della Fiorentina. Altro che prova del fuoco, per la squadra di Montella si prospetta un tour de force enormemente difficile ma altrettanto affascinante. Basterebbe la sfida con la Juve lunga 12 giorni, collocata proprio a metà del mese che inizierà domani, per prepararsi ad un evento stra-ordinario. La rivalità, i veleni, le scorie dell'epico 4-2 del Franchi e quelle più amare della finale Uefa del '90. Un triplice appuntamento pazzesco tra campionato ed Europa League, con la doppia trasferta allo Juve Stadium a distanza di 4 giorni che sa di "bene-bene o male-male". Ma prima del lunch match del prossimo 9 marzo, c'è da giocare una partita niente male al Franchi contro la Lazio, domenica ore 20,45. I biancocelesti non rientrano, di poco, nella categoria "big" ma sono sempre una formazione temibile con alcuni giocatori di primo livello. E poi c'è il contorno di polemiche e contestazioni che renderà la serata molto particolare.

Lazio, Juve, Juve e poi il Chievo al Franchi, quasi un intruso (sulla carta), prima dell'ultimo appuntamento stagionale contro la squadra di Conte che tornerà a Firenze 5 mesi esatti dopo quel 20 ottobre che è già storia. Ma non finisce qui, perchè appena 3 giorni dopo la Fiorentina si presenterà al San Paolo per lo scontro diretto, forse il match decisivo in chiave terzo posto contro il Napoli. Da un rivale all'altro, dopo altri 3 giorni al Franchi arriverà il Milan, la squadra che un anno fa scippò la Champions alla squadra di Montella. Emozioni, tensioni e stimoli a non finire. Con a chiudere il cerchio, il 30 marzo, la trasferta di Marassi contro la Sampdoria di Mihajlovic, senz'altro voglioso a sua volta di rivincita contro la squadra in cui ha fallito e da cui è stato esonerato senza gloria. Insomma, 8 gare in 30 giorni da vivere tutte d'un fiato, sperando di poter archiviare Marzo 2014 come il mese più viola di sempre. A patto che si possa almeno giocarsela alla pari con tutti, sarebbe già tanto.

SIMONE BARGELLINI

twitter @SimBarg