"Bastò una telefonata, quella di Paulo Sousa, recepita nel ritiro dell'Under-21, impegnata nell'Europeo di categoria. Era il 2015, quando l'allenatore portoghese chiamò Federico Bernardeschi, un talento ancora inesploso e legato alla Fiorentina. La società viola - soprattutto per mano di Vincenzo Montella, che tra infortuni e scelte tattiche non gli aveva mai concesso grande spazio - non stava riponendo in lui grande fiducia, almeno osservando i dati legati al campo. Ma la mossa del lusitano cambiò le carte in tavola.
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Il Sassuolo, la svista di Montella e quella telefonata di Sousa valsa quaranta milioni…
Bernardeschi era vicino al Sassuolo, poi Sousa...
"Il classe '94 stava per finire al Sassuolo, magari riservandosi un futuro in bianconero. La sorte glielo ha comunque dato in dote, ma con una traversata assai più dolorosa per entrambe le parti, creando però un finale che ha accontentato tutti. Da quella telefonata, Bernardeschi divenne uno dei cardini della squadra che stava nascendo, proseguendo il cammino intrapreso da Montella. I neroverdi, prossimi avversari della formazione di Stefano Pioli in campionato, si tutelarono con l'acquisto di Matteo Politano, in prestito con diritto di riscatto dalla Roma, probabilmente la stessa formula - ma non la stessa cifra - con cui avrebbero portato in terra emiliana il calciatore all'epoca gigliato. E, proprio Politano, in estate è stato trattato da Pantaleo Corvino.
"Intrecci, merce comune nel calcio. Quella chiamata convinse Bernardeschi a restare a Firenze, giocandosi le sue carte: messo al centro del progetto, mutò velocemente pelle, affermandosi. E anche grazie a Sousa, la Fiorentina ha avuto circa quaranta milioni di euro in più...
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