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La riflessione

Sarri, questione di tempismo. Italiano è l’uomo giusto al momento giusto

Alessio Crociani

Risultati e gioco della Fiorentina confermano la bontà della scelta di puntare su un tecnico emergente, affamato e capace di fare di necessità virtù

Alzi la mano chi, soltanto qualche mese fa, avrebbe preferito la scommessa Vincenzo Italiano a Maurizio Sarri. Forse qualcuno c'è, ma rappresenta comunque una minoranza. Ovviamente la provocazione non va interpretata in termini assoluti, altrimenti non avrebbe senso applicarla a due allenatori che vivono momenti delle loro carriere assai differenti tra loro. Giusto per farsi una vaga idea, tra i due ci sono quasi 20 anni di differenza, oltre che parecchie panchine (soprattutto in A) e qualche trofeo in bacheca. Premesso questo, senza voler dispensare giudizi affrettati al lavoro di Sarri a Roma, appare ormai evidente a tutti che Italiano sia l'uomo giusto, nel posto giusto e al momento giusto. La miglior scelta possibile (anche se non la prima) per questa Fiorentina.

Questo non sposta di un millimetro il valore di Sarri, per il quale parlano i traguardi raggiunti, ma ci suggerisce che forse ogni storia ha il suo tempo. E forse per quella tra il tecnico toscano e la Fiorentina è troppo presto. O troppo tardi, chissà. Sta di fatto che gli approcci dello scorso autunno confermati dallo stesso Sarri non hanno avuto seguito. Prima Gattuso, poi Italiano: la società viola ha fatto scelte diverse dopo che l'allenatore aveva dato la sua disponibilità per giugno. C'è chi ancora si mangia le mani, ma i risultati ed il gioco della Fiorentina di oggi confermano la bontà della decisione di affidare la panchina a un tecnico emergente, affamato e capace di fare di necessità virtù che domani, in casa di una Lazio sull'orlo di una crisi di nervi, avrà la possibilità di recapitare l'ennesimo messaggio importante al campionato.