Roberto Ripa, ex viola e dirigente della Fiorentina in passato, si è collegato con Lady Radio:
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Ripa: “Un nome per la panchina? Conceicao. So che verrebbe volentieri”
L'ex giocatore e dirigente viola ha affrontato i temi caldi in casa Fiorentina
Come succede ogni anno, ci saranno squadre non soddisfatte dal campionato condotto. Si può avere una buonissima squadra, ma se il tecnico non condivide le vedute della società si fa fatica a fare un campionato dignitoso. L’esempio di Firenze parla chiaro, la squadra poteva ambire a ben altre posizioni, ma così non è stato. Come mai? Alcuni giocatori hanno deluso le attese dal punto di vista tecnico. Quando si scelgono dei giocatori, bisogna stare attenti al contesto tecnico al quale sono destinati.
Sappiamo benissimo quello che è successo all’inizio del mercato estivo, c’erano volontà discordanti circa la guida tecnica. Questo, unito alla contrazione dovuta alla pandemia, ha causato una certa confusione. Non c’era una visione comune, credo che la madre di tutti i problemi sia stata questa. Quando si esce da una riunione in cui ci sono disaccordi, si trova una strada comune e su di essa si cerca di costruire un futuro. Ma questo ha portato alla rottura di qualche situazione prefigurata a gennaio.
Si è parlato molto di nomi altisonanti per la panchina della prossima stagione: io credo che fare voli pindarici sia inutile, prima si pensi al rinnovo di Vlahovic, poi viene il resto. E’ necessario creare un qualcosa di cui i giocatori si possano innamorare. Nel giro di un paio di anni tornare in Europa. Questa deve essere la visione della Fiorentina. E allora un allenatore che faccia gioco, che faccia divertire e soddisfi la fame di emozioni della tifoseria. L’allenatore che verrà contattato dovrà essere messo da parte di questo, e di tutto quel che concerne la situazione economica, con assoluta chiarezza. Se quest’anno finisse come sta andando, Cagliari e Parma sono pieni di giocatori buoni da sottrarre alla Serie B… Un nome? Mi piace molto Sergio Conceicao del Porto, ho saputo che accetterebbe volentieri una piazza come Firenze. Poi conosce l’Italia e l’italiano. E’ un’idea…”.
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