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Questione di Respect

La Fiorentina si è da sempre caratterizzata per il suo fair play

Redazione VN

Era il 2008 quando l'UEFA decise di promuovere una campagna nel segno del rispetto. O, meglio, del respect internazionale. Un modo per ricordare a giocatori, tifosi, arbitri, allenatori e dirigenti che nel mondo del calcio ci possono essere sfide ma non lotte. Avversari ma non nemici. Che a fine partita, qualsiasi sia stato il risultato, tutti i componenti nel rettangolo di gioco si ritrovano a centrocampo e si stringono la mano. Respect. Un messaggio contro qualsiasi tipo di discriminazione. E così, da quel 2008 in poi, in tv e negli stadi ci siamo abituati a diversi tipi di campagne di sensibilizzazione volti proprio a questi nobili scopi. Ma i tifosi viola non dimenticheranno che con l'avvento dei Della Valle alla guida della Fiorentina, fu proprio la società viola ad introdurre nel 2007 il famigerato "terzo tempo". Ricordate? Era il 2 Dicembre e ad inizio partita fu commemorata anche la moglie dell'allora tecnico viola, Cesare Prandelli. A fine partita Fiorentina ed Inter si strinsero le mani accolte da un tappeto viola.

Sì perché lo stile Fiorentina, così fu ribattezzato dalla stessa UEFA, era piaciuto anche alla FIGC che da quel giorno lo impose con diverse modalità anche su tutti gli altri campi della Serie A. La società viola non si è fermata a questa iniziativa, certo, però è partita dal modello rugby per dare una svolta al mondo del calcio italiano. Perché lo sport rimanga un gioco, specie agli occhi dei più piccoli. E se ieri Borja Valero è partito proprio da suo figlio, questo deve far riflettere: "Ho dovuto spiegare ad un bambino di quattro anni il perché dell'espulsione". E poi ancora: "Gervasoni mi ha mancato di rispetto e questo ha leso la mia integrità, sia come calciatore che come uomo". Il rispetto prima di tutto, insomma, qualsiasi possano essere le motivazioni di un'espulsione.

E non è differente il caso di Vincenzo Montella, anzi. Il tecnico viola si è rivolto a Gervasoni proprio in questa direzione, esortando il fischietto a presenziare al terzo tempo al centro del campo. Al quale però si è rifiutato di partecipare. Una mancanza di rispetto anche questa. Lo stesso rispetto che adesso tutta Firenze chiede alla FIGC e all'A.I.A. Lo farà già da stasera contro l'Esbjerg e, con maggiore forza, domenica sera contro la Lazio. Il tutto, c'è da scommetterci, rimarrà sempre nei confini della civiltà e dell'ironia tipici dei fiorentini. Perché in fondo anche questo è rispetto. Pardon, respect per rimanere in clima Europa League. 

MATTEO DOVELLINI

twitter @MatteoDovellini