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Poche conclusioni e pochi gol: la Fiorentina ha perso il feeling con la porta avversaria

Pier F. Montalbano

Solo tredici tiri in due partite e mezzo, solo il Palermo ha fatto peggio

“Houston, abbiamo un problema”. Ma dove precisamente? Negli ultimi sedici metri, perché la Fiorentina in questo avvio di campionato sta facendo estremamente fatica ad avvicinarsi all'area avversaria e ad andare con regolarità in rete. Se prendiamo in esame i dati forniti dalla Lega Serie A, la squadra di Paulo Sousa – che, specifichiamo, ha disputato solo ventisette dei novanta minuti a disposizione domenica a Marassi contro il Genoa – è penultima nella classifica dei gol segnati e dei tiri scagliati verso la porta avversaria davanti solo al fanalino di coda Palermo, che chiude ultimo in entrambe le graduatorie.

Sono appena 13 le conclusioni (sei in porta e sette fuori) in quasi due partite e mezzo, contro le 53 della Roma, prima davanti a Inter (43), Torino (40) e Juventus (39). Il Genoa, che complice la sospensione del match di due giorni fa nell'acquitrino del Ferraris ha disputato gli stessi minuti dei viola, è comunque quinto con 35 conclusioni e ben 6 reti segnate. Gli standard viola si assestano su quelli del Crotone, che in tre partite complete ha tirato 18 volte ma proietterebbe Kalinic e compagni soltanto al 18° posto.

Un campanello d'allarme che scatta già dopo poche apparizioni ufficiali, ma questo trend negativo si può estendere anche alle amichevoli estive di maggior peso, tutte finite con una sconfitta: a secco contro il Celta Vigo al Franchi, un solo gol contro Bayer Leverkusen, Schalke 04 e Valencia. A Paulo Sousa le soluzioni offensive non mancano, servirà la versione migliore del portoghese per ricomporre i cocci di un attacco che nel 2016 ha fatto fatica e perso la brillantezza e l'imprevedibilità dei primi mesi dello scorso anno. La prima occasione per utile tra due giorni, in Europa League a Salonicco, contro un Paok temibile ma non irresistibile.