A San Valentino è quasi d'obbligo cercare di essere un po' romantici, anche per quel che riguarda il calcio giocato.
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“Nikola, rimembri ancora?”
La Fiorentina ha bisogno anche dei gol del suo numero 9 per riprendersi il terzo posto
Ed è facile citare, anche un po' impropriamente, il poeta Giacomo Leopardi nella sua famosissima ode “A Silvia”, testo che delinea una certa nostalgia di freschezza e giovinezza terrena.
Stessa nostalgia che ha, in questo momento, la squadra e l'intero popolo viola dei gol di Nikola Kalinic, a secco dal 20 dicembre, nella vittoria per 2-0 con il Chievo.
Dalla 17esima giornata niente reti e addirittura qualche panchina per un giocatore che, fino allora, aveva segnato 10 gol ed era entrato nelle grazie dei tifosi per la sua voglia di combattere sempre e in ogni momento con tanta corsa e sacrificio per la squadra.
Adesso arriva l'Inter, squadra a cui un girone fa, il 27 settembre, il numero 9 ha fatto la bellezza di tre gol dopo qualche buona prestazione condita da una sola rete in campionato, nel turno precedente contro il Bologna.
Il 4-1 sulla squadra di Mancini ha portato la viola sul tetto d'Italia e lanciato Kalinic all'inseguimento di Eder per la classifica marcatori.
Un girone dopo c'è un Kalinic in ovvio debito d'ossigeno (la sua stagione è iniziata col Dnipro un mese prima dei compagni) e con le polveri bagnate.
Ma chissà che, rivedendo il nerazzurro, non gli scatti una scintilla negli occhi, rimembrando la tripletta di fine settembre che lo ha portato nei cuori dei tifosi.
E chissà, magari con qualche "valentina" mandata dalle fasce da Bernardeschi e Tello...
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