Dalla sala stampa del Franchi, le parole di Paulo Sousa alla vigilia del match contro l'Inter:
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Sousa: “Nessun problema con la società, contro l’Inter come una finale”
"Badelj non sarà della partita. I tifosi sono sempre stati vicini alla squadra, così come la proprietà: è un problema di comunicazione. Mancini? È un onore competere con lui"
"Chiarimento con la società? Non è successo niente perché non è mai esistito niente. Ne abbiamo parlato con il presidente Cognigni, entrambi eravamo stupiti di quanto era stato scritto. Dal primo giorno mi sono fatto conoscere dalla società per come sono fatto, in modo onesto e frontale; poi può piacere o no, ma è importante esporsi con chiarezza. Con la società non è successo nulla.
Badelj sta bene, ha fatto passi importanti ed ha lavorato con la squadra. Averlo in panchina solo per fare presenza non ha senso, per cui domani non sarà della partita. Domani dobbiamo giocare come fosse una finale. Non ci regalano niente, dobbiamo essere consapevoli che possiamo competere ad alti livelli, anche contro squadre che investono tanto e di qualità come l'Inter. Sarà una partita di alto livello.
Sto cercando di integrare i giocatori arrivati a gennaio e quelli infortunati. Non lavoriamo esclusivamente per un avversario, ma per i nostri principi di gioco e per le sue varianti, poi sul piano strategico della partita. Il mio progetto è migliorare di continuo la performance individuale dei giocatori sui piani tecnico, tattico e fisico, verso un'idea comune che ci possa permettere di vincere. Nel calcio non devi essere migliore, devi vincere.
Quando Cognigni c'è si parla dell'attualità e del futuro. Già sabato a Bologna è successo. Anche lui era stupito di tutto quello che stava uscendo, cercando di capire se c'era qualcosa da parte mia e ha capito che non c'era niente. C'è un confronto continuo e una critica costruttiva fin dal primo giorno.
Kalinic? Le sue condizioni hanno una relazione con quelle della squadra. Ha avuto una flessione fisica, faceva più fatica, e ho cercato di aiutarlo a migliorarlo sotto questo aspetto. Lo sta facendo e i gol prima o poi arriveranno. Anche la squadra sta crescendo e mi rende molto orgoglioso, sta prendendo una salita importante in personalità e carattere. Cerchiamo sempre di essere protagonisti, c'è una base che mi permette di essere sempre superpositivo.
Gli avversari ci conoscono sempre di più e sempre meglio. Per quello che è successo a Milano, l'Inter avrà voglia di rifarsi e, se il tempo aiuta, sarà una partita di altissimo livello tecnico. Mese importante? Ci sono dettagli che possono fare la differenza, dovremo controllare gioco e condizione. Siamo preparati per farlo.
Incontro con gli arbitri? Non ero presente, ma credo che dobbiamo essere più partecipativi, accettando le critiche e unendo le parti. L'Inter rispetto all'andata è più propositiva, pur non finalizzando tanto, e meno protetta in fase difensiva. I tifosi sono sempre stati vicini alla squadra, così come la proprietà. Se si sono esposti in quel modo è con intento costruttivo, pagano il biglietto e non hanno altro modo per farsi sentire. Non è facile trovare nel mondo del calcio trovare una proprietà importante con un'immagine importante, che possa darti equilibrio nel medio-lungo periodo. Credo sia una questione di comunicazione, qui si deve migliorare tantissimo. Da entrambe le parti c'è l'idea di migliorarsi, io ho visto questo sia all'interno che all'esterno.
Non ho bisogno di fare altri appelli ai tifosi, la realtà la conosco. Anche quelli in difficoltà economica ci sono sempre vicini. È una questione di comunicazione, dobbiamo esporci in modo costruttivo. Mancini ha iniziato molto prima di me, ha un progetto importante in cui ha allenato squadre per vincere ed è riuscito a convincere in investimenti importanti, raggiungendo traguardi in ogni paese. È un onore competere con lui e gli allenatori, mi aiutano a crescere.
Assetto diverso? Dobbiamo aspettarci tutto. Ci devono essere delle varianti senza mai escludere il principio del gioco. Le dinamiche devono essere diverse con giocatori diversi, quando aggiusti queste cose la qualità del gioco non è assicurata al 100%. Sono sempre sotto esame, nel calcio è così e non si può pensare diversamente. Appena perdi una partita ci sono le critiche, che da una parte della stampa sono costruttive.
Rispetto all'inizio non abbiamo lo stesso cammino, ma come allenatore sono sempre ottimista. I ragazzi stanno facendo una stagione straordinaria e mi rendono orgoglioso. Fino alla fine della stagione sono ottimista. Sugli ultimi arrivati, stanno raggiungendo livelli di condizione importanti che comportano un pensiero per aiutarci, ma non nei novanta minuti. L'eccezione è Benalouane, che ancora non ha lavorato con noi".
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