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La voce fuori dal coro: “Fare uno stadio non è come andare al mercato e comprare il terreno dal miglior offerente”

Rocco Commisso e Monica Marini a colloquio, in occasione della presentazione del centro sportivo (28/11)

Monica Marini, sindaca di Pontassieve e delegata all’urbanistica della città metropolitana, spiega l’iter per la scelta del terreno

Redazione VN

Monica Marini oltreché sindaca di Pontassieve, è consigliera del sindaco Nardella per la pianificazione urbanistica dell'area metropolitana. La prima cittadina del comune della Valdisieve, di professione architetto, è stata intervistata da La Nazione, oggi in edicola:«Fare uno stadio non è come andare al mercato e comprare il terreno dal miglior offerente...»

Il patron della Fiorentina, Rocco Commisso non partecipa al bando per i terreni alla Mercafir e continua a cercare spazi alternativi intorno a Firenze... «Lo so, ma non si può parlare di costruire uno stadio senza tenere conto di molti altri elementi fondamentali e strettamente collegati al territorio dove si vorrebbe costruire. Realizzare uno stadio non significa solo tira su due curve e un posto dove giocare a pallone». Ad esempio? «Prima di tutto c’è da valutare la viabilità e quindi le infrastrutture, ma anche la mobilità, le strutture di vendita. Insomma, sono molte le questioni interconnesse. E prima di dire sì a un impianto sportivo bisogna aver pensato non solo al futuro di quel pezzetto di terreno, ma anche alla programmazione urbanistica in una logica di area vasta». E quindi, qual è il percorso? «La Città metropolitana ha approvato nella scorsa legislatura il Piano territoriale strategico. Adesso è appena partito l’iter del piano territoriale di coordinamento, che significa occasione di confronto fra gli enti e i cittadini. Ed è in questa sede che dobbiamo discutere anche di stadio della Fiorentina». Ma che tempi prevedete per l’approvazione di questo piano? «Il percorso di partecipazione è già iniziato. Mi auguro che nell’arco di un anno e mezzo si possa approvare. Siamo entrati nel vivo della definizione di questo strumento di pianificazione e non possiamo come amministratori dei vari comuni muoverci in maniera disordinata rispetto a una programmazione urbanistica più riflettuta». Allora Commisso si può scordare il suo “fast fast fast“? Se ne riparla tra un anno e mezzo? «Non è detto. Riportare la discussione in sede istituzionale non vuol dire per forza allontanare i tempi. Possiamo discuterne anche durante l’elaborazione del piano. E forse si potrà fare anche “fast“. In ogni caso è così che si deve valutare dove costruire un impianto sportivo, non con imprenditori che lanciando appelli a mezzo stampa ai Comuni». Cosa ne pensa dell’ipotesi dello stadio nell’area della Mercafir? «Dico quello che dice il sindaco Nardella: c’è un bando aperto per l’assegnazione dei terreni e per tanto non si può fare alcun commento».

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