È stata una prima frazione molto scarna, quella giocata dalla Fiorentina. Quarantacinque minuti di tira e molla da un lato all'altro del campo, con percentuali di possesso palla divise (quasi) equamente con il Bologna, ed un indice di pericolosità pressoché identico: un colpo di testa sprecato da Thereau in avvio e la prevedibile punizione di Biraghi per i viola, la ben più nitida chance di Palacio a favore dei rossoblu.
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La sostituzione giusta e una schiarita di idee: così Pioli ha cambiato la gara
Pioli pensa e agisce in tempo: fuori un incerto Benassi al 45' per fare spazio al più pungente Gil Dias. Che, con Chiesa ad ingranare la quarta, contribuisce a togliere la Fiorentina da una preoccupante fase di stallo
Lo 0-0 con cui le squadre sono tornate negli spogliatoi al termine del primo tempo era figlio di una difficoltà evidente: pur arrivando con discreta continuità nei pressi dell'area avversaria, la Fiorentina non riusciva a creare occasioni da rete. L'unico dribbling riuscito da Chiesa nei primi 45' è arrivato a pochi minuti dall'intervallo, mentre Benassi a destra non è mai riuscito a creare superiorità numerica. L'apporto dei laterali Biraghi e Gaspar, la cui prova è stata comunque positiva, si faceva sentire come mole di gioco ma non era sufficientemente produttivo, e Thereau e Simeone venivano controllati dal folto blocco centrale formato dai due centrali Gonzalez e Helander, da Poli e da uno a turno tra Pulgar e Taider. In sostanza: c'era da risolvere una fase di stallo, ed era necessario che chi di dovere ne prendesse le redini.
Da qui la svolta. Pioli si accorge della piattezza dei suoi e richiama l'ex Torino in panchina: al suo posto Gil Dias, che impiega appena sette minuti per mostrare le sue qualità con un cambio campo da manuale. È lo stesso pallone che Chiesa riceve, mette giù e si sposta sul destro prima di scaraventarlo alle spalle di Mirante. Con il passare dei minuti le loro partite si fanno più intense, e con un Bologna che giocoforza concede qualcosa in più in termini di ampiezza trovano spazio maggiore per correre e creare superiorità numerica. A volte funziona e si guadagnano corner, altre no per via della sbandierata del guardalinee, ma il cambio di rotta c'è e si vede. Pioli ne ha intuito l'effetto potenziale e lo ha messo in pratica in tempo. E di questo, a prescindere dagli eventi e dalle scelte successive, gli va dato merito.
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