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Sousa-Cognigni: la notte del grande gelo

Cognigni e Sousa allo specchio

Dietro la sconfitta di Udine ci sono retroscena ancora più preoccupanti. Quelle scelte "sospette" di Sousa e quelle frecciate appuntite di Cognigni, storia di un rapporto sempre più freddo

Simone Bargellini

Scelte difficili da capire. E reazioni fin troppo esplicite. Se non bastasse la brutta sconfitta della Fiorentina e l'ulteriore frenata in classifica, la notte di Udine porta con sè anche qualcos'altro, persino più cupo. Paulo Sousa da una parte, i vertici societari dall'altra. Nel mezzo, una voragine sempre più ampia. Un clima - passateci l'iperbole - quasi da "guerra fredda" in un rapporto sempre più gelido. Fin qui c'era stato il ping pong dialettico, con la palla buttata nella metà campo avversaria e viceversa: "Andiamo avanti con lui" (cit. ADV), "Non dipende solo da me" (cit. Sousa).

Ieri i toni sono cambiati, con Cognigni che già all'intervallo raccontava apertamente le sue perplessità sulle scelte del tecnico portoghese. A fine partita non sono arrivate ulteriori dichiarazioni, ma chiunque abbia incrociato il presidente esecutivo - insieme al dg Rogg - ha potuto toccare con mano il suo fastidio. Nient'affatto nascosto. Per una Fiorentina inaspettata negli uomini, con tanti big a riposo e con Astori fuori a sorpresa (per motivi extra tecnici?), scelte che si accompagnano a pesanti punti interrogativi, anche alla luce delle recenti richieste di maggior "potere" fatte dallo stesso Sousa.

Semplici valutazioni sbagliate quelle di ieri, oppure l'ennesimo segnale, una nuova "mossa" di una snervante partita a scacchi tra le parti? Sarebbe un film già visto da queste parti. Se, per dirla con le parole del mister viola, "non c'è futuro senza presente", le premesse non sono esattamente incoraggianti. E domenica c'è la Juve...

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