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La mail di un tifoso: “Se togli la passione al calcio, lo privi della sua essenza fondamentale”

Il calcio è passione, e il nome della tua squadra è tatuato indelebilmente sul cuore di ogni tifoso. Nella vita puoi cambiare tutto, lavoro, scelte politiche e sentimentali, ma non cambierai mai la tua squadra del cuore, neanche se,...

Redazione VN

In questi giorni di passione calcistica, stiamo ricevendo tante mail accorate di tifosi che vogliono farci sapere il loro malcontento. Ogni tanto ne scegliamo una tra quelle che riteniamo più belle e significative affinché possa essere letta e commentata dai nostri lettori. Oggi è la volta di Massimo anche lui come il tifoso precedente tifoso viola lontano dalla Toscana. Ecco cosa ci ha scritto

Superchi, Rogora, Mancin, Esposito, Ferrante, Brizi, Rizzo, Merlo, Maraschi, De Sisti, Chiarugi. Una squadra forse priva di grandi talenti, se si eccettua De Sisti, ma ricca di una personalità, di un carattere, di un senso di attaccamento alla maglia e alla città così grandi da superare qualsiasi ostacolo tecnico alla vittoria. Grandi uomini, prima che calciatori, capaci di una sola sconfitta in casa, mai sconfitti in trasferta! E il timbro di un’annata straordinaria con la vittoria a Torino, contro la Juve.

Poi l’anno successivo, quel giglio che spuntava come un fiore al lato dello scudetto, con le figurine Panini i cui doppioni non venivano scambiati per nulla al mondo. Poi, quando finalmente completavi la pagina dell’album, quel viola ti riempiva gli occhi e il cuore, rimpiangendo di non poter essere a Firenze per vivere quei momenti: eh si, perchè siamo in tanti anche se lontani La domenica si passava attaccati alla radio, per sentire il risultato del primo tempo, perchè “tutto il calcio....” cominciava dai secondi tempi, con il cuore in gola in attesa del risultato. Poi, se avevamo vinto, la speranza di poter vedere il secondo tempo della partita in TV, visto che la RAI ne trasmetteva solo una prima della “Domenica sportiva” serale. Erano gli anni in cui lo scudetto poteva vincerlo anche il Cagliari, o il Verona, nonostante il divario economico con le “grandi”.

Il calcio, oggi come allora, è passione, e il nome della tua squadra è tatuato indelebilmente sul cuore di ogni tifoso. Nella vita puoi cambiare tutto, lavoro, scelte politiche e sentimentali, ma non cambierai mai la tua squadra del cuore, neanche se, malauguratamente, dovesse scomparire! Se al calcio, quindi, togli la passione, il tifo sano, le speranze di vittoria, il senso di appartenenza, e lo confini alla sola esistenza e ai bilanci in ordine (seppur importanti) lo privi allora della sua essenza fondamentale! 

Siamo diventati, negli ultimi anni, una scuola calcio senza fine di...vittoria! Eh si, perchè noi esistiamo solo per creare talenti per far vincere gli altri. Jovetic, Cuadrado, Bernardeschi, Vecino, Borja, Salah, Alonso, Savic, Piccini, Mancini, Zaniolo... tanto per citarne solo alcuni. Allora, se le cose stanno così, che senso ha esistere? La Fiorentina merita rispetto, lo merita per i suoi tifosi che riempivano lo stadio contro il Gubbio,  Firenze e la sua squadra meritano rispetto per i suoi cittadini che hanno commosso il mondo salvandola dall’acqua e dal fango, lo merita per la sua storia, per la sua bellezza. E’ ora  che la proprietà capisca di non possedere un’azienda, di non poterla gestire analizzando costi e ricavi, fatturato e bilanci. Ci auguriamo che possa capire che una squadra di calcio non si gestisce in Conference Call, e che soprattutto va gestita e formata da gente che capisce di calcio per averlo giocato e vinto, non da tecnocrati. Nella Fiorentina, l’unico è Antognoni, ma all’interno della società vale, come diciamo noi, come il due di coppe quando la briscola è a bastoni, messo lì solo per far contenta la piazza. 

Il tecnico di turno, invece,  deve accettare quello che decide la società senza fiatare, prova ne è il fatto che tutti o vengono licenziati, oppure se vanno sbattendo la porta. Siamo, purtroppo, arrivati al capolinea; oggi ho paura che neanche i fiorentini, che coraggiosamente salvarono la città, riusciranno a rimuovere il fango che ha imbrattato il viola della nostra maglia coprendone il simbolo, il giglio.

MASSIMO

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