Di seguito un estratto delle parole del giornalista Furio Zara, in un pezzo dedicato alla memoria di Paolo Beldì su Calciomercato.com:
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Il saluto di Zara a Beldì: “Ha fatto conoscere la Canzone viola agli italiani”
Un altro ricordo di Paolo Beldì, la cui scomparsa ha funestato la giornata di oggi
Beldì era un tifoso viola. Di quelli veri. Appassionati, sanguigni, sfegatato. La società viola l’ha ricordato nel suo profilo Twitter. Ad ogni gol della Fiorentina in studio partiva il jingle: «Oh Fiorentina», l’inno della squadra viola, che molti italiani conobbero proprio grazie al tifo di Beldì. Era nato nel 1954, la Fiorentina avrebbe vinto lo scudetto solo l’anno dopo. Non ne aveva ricordo ovviamente, se non per i racconti che gli venivano fatti. La Fiorentina che gli era rimasta nel cuore era quella Campione d’Italia nel 1969. La squadra allenata dal Petisso Pesaola, con Superchi e Brizi, De Sisti e Chiarugi, Amarildo e Maraschi. Da ragazzino era innamorato di Rosetta, il Cecco, centromediano del primo scudetto, conosciuto di persona a Novara, dov’era cresciuto, figlio di uno dei più geniali creativi della televisione italiana degli anni 60. Ma il suo idolo – il fantasista che l’aveva portato a tifare viola – era stato Hamrin, l’«Uccellino svedese», il campione che con i suoi gol aveva fatto sognare un’intera città.
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