Non poteva esserci esordio peggiore per Cesare Prandelli. La sconfitta al Franchi contro il Benevento domenica scorsa ha in qualche modo macchiato il ritorno del mister, macchia che la vittoria di Udine in Coppa Italia ha solo parzialmente cancellato. Segnali di crescita dal punto di vista caratteriale, perché il rischio poteva essere quello di un crollo psicologico dopo due sconfitte e un pareggio che non rendevano giustizia alle ambizioni viola. Lo stop a Roma contro Dzeko e compagni (2-0), contro una squadra decisamente in forma, non ci stava, ma poteva in qualche modo essere accettato; il pareggio di Parma è stato deludente, ma ad ogni modo ha fatto classifica; la sconfitta contro il Benevento, invece, ha definitivamente sancito la crisi e forse fatto capire al condottiero Cesare che la patata è più bollente di quanto avesse pensato.
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Fiorentina: il Milan è l’occasione giusta per il riscatto
Dopo la vittoria in Coppa Italia per la Fiorentina una partita difficilissima con la capolista Milan
Ma tant’è, Patron Commisso l’ha chiamato appositamente, facendo appello alla sua intelligenza e alla sua esperienza calcistica per tirar fuori la squadra da una situazione pericolosa, per togliere gli alibi ai giocatori e dar loro una guida forte e carismatica. Si cambia l’allenatore anche per dare una scossa, così si dice in questi casi. Ecco, se questo era lo scopo, l’operazione per ora non ha sortito gli effetti attesi. Magari quella scossa può darla proprio la trasferta di Milano, perché una partita come quella di San Siro, contro la capolista, non ha bisogno di essere “caricata”. Gli allenatori dicono spesso che queste gare sono le più semplici, perché si preparano da sole. In realtà, in questo caso, è un po’ meno vero, perché anche la Fiorentina ha qualcosa da perdere. Di solito, in questi match la pressione è tutta sulla favorita, quindi in questo caso sui rossoneri ovviamente, ma dai Viola ci si aspetta comunque tanto. Quanto meno un segnale, una reazione, una degna prestazione e, possibilmente, il risultato.
San Siro è stato forse teatro della migliore performance della Fiorentina in stagione, almeno fino all’87’. Il referto, alla fine, non ha reso giustizia, ma se non altro il 26 settembre scorso si era vista una squadra di personalità, senza paura di giocarsela alla pari ed efficace in attacco. Ripetiamo, tutto questo prima che la rete di Lukaku diventasse il prologo al crollo psicologico nel finale. Serve comunque una gara approcciata in quel modo, disputata con quella convinzione e, ci si augura, con un altro epilogo.
Inutile, invece, sciorinare le statistiche di questo Milan, sorpresa fino ad un certo punto. Perché non si arriva ad essere primi in classifica in Serie A per caso, soprattutto dopo otto partite. Non può semplicemente essere fortuna o, come qualcuno dice, per mancanza di avversari. La realtà è che i rossoneri, oggi, sono quello che la Fiorentina ancora non è: in due parole, una squadra. Tutti gli esperti del settore, logicamente, considerano il Milan favorito: i padroni di casa vincenti sono dati intorno a 1.7 volte la posta, mentre la vittoria esterna è quotata addirittura a 4.75 (il pari 4.3). Per leggere una comparazione di quote completa su questa gara e sulle partite di calcio in programma nei prossimi giorni, è possibile andare direttamente su Wincomparator.
Quote a parte, per la Viola sembra ci sia una montagna da scalare, nonostante alcuni segnali recenti in casa rossonera facciano ben sperare: lo 0-3 del Lilla in Europa League e il pareggio del Verona (2-2) nell’ultima gara disputata a San Siro in campionato lasciano un segnale di speranza per la compagine guidata da Prandelli. Domenica alle 15, la Fiorentina avrà il compito di smentire gli esperti e cercare il ribaltone. Difficile, certo, ma per questo anche molto intrigante. E non impossibile.
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