Il rischio è che ci sia un piccolo-grande equivoco di fondo. Quello di essere voluti ripartire dalla Fiorentina 2015/16, pensando a quei primi mesi entusiasmanti ma dimenticando gli ultimi 4 disastrosi. Si è puntato su un gruppo di giocatori che, insieme al suo allenatore, aveva terminato la stagione completamente scarico e che a giudicare da questo avvio di campionato non ha (ancora?) ricaricato le pile. Si è pensato di affidarsi alle certezze - modulo e singoli - senza rendersi conto che da gennaio in poi si erano, a poco a poco, sbriciolate.
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Fiorentina, c’è un equivoco di fondo. Ora Sousa metta tutti in discussione
La Fiorentina ha scelto di ripartire dal blocco dello stesso anno, ma molti giocatori hanno perso motivazioni. Basta col "diritto acquisito", giochi chi è più in forma. Che ne pensi?
Quadro troppo cupo? I numeri non aiutano a soleggiarlo un po', guardando la classifica, i gol fatti ma anche il cammino dell'anno solare 2016. Certo, siamo solo alla settima giornata e c'è da dire che il calendario è stato fin qui particolarmente complicato per la Fiorentina, quindi sarebbe sbagliato dare già sentenze definitive. Però questa sosta può servire per alcune riflessioni, ad esempio sui "senatori" della squadra. Da Badelj a Ilicic, da Borja a Kalinic e in parte Gonzalo e Astori, fino ad ora a mancare sono stati soprattutto quelli che sulla carta dovrebbero essere i trascinatori.
C'è chi dà la colpa alle distrazioni di mercato (LEGGI) e chi ad altro, ma sta di fatto che il loro rendimento è molto deludente. E allora la domanda sorge spontanea: non sarebbe il caso di metterli, come tutti, in discussione? Perchè una delle regole del calcio e dello sport, è che quando si ha il posto garantito si può anche mollare un po'. E allora chi è fuori forma, fisica o mentale, si accomodi in panchina: non è lesa maestà. E' quello che peraltro Paulo Sousa ha fatto con Bernardeschi e i risultati - forse - si stanno iniziando a vedere. Servono dei segnali per rianimare una squadra che si è incartata ormai da 10 mesi. Decisamente troppi.
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