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“Le leggi vanno rispettare e il capitale privato non le può fagocitare”. Così Antonio Natali, storico dell’arte ed ex direttore degli Uffizi, in un’intervista a Lady Radio. “Lo stadio è un’opera di architettura che è sui manuali di tutto il mondo, perché è considerato una vetta. Un tempo si chiamavano ‘capi d’opera’ e in quanto tale non può essere toccato. Può dispiacere ma non può essere toccato”. Nemmeno in parte. “E’ inutile che mi dicano che si potrebero mantenere le scale elicoidali e la torre di maratona, questi sono discorsi da ignoranti, sarebbe come dire che di una scultura si tocca qualcosa e il resto si lascia”. “Mi chiedo perché non si faccia uno stadio nuovo altrove – prosegue Natali – quasi sempre gli stadi sono fuori dal comune dove opera la squadra, se la squadra è grande. Costruiamo uno stadio che vada sui manuali del ventunesimo secolo: se poi la squadra va a giocare altrove a me francamente non interessa, mi interessa che vinca”. Cosa fare del Franchi, una volta che la Fiorentina giocasse altrove? “Un museo dell’arte a Firenze nei primi cinquant’anni del Novecento”. E poi “lo stadio di atletica e, avendo un giorno una squadra degna di questo nome, anche uno stadio di rugby”.
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