gazzanet

Corvino: “A Firenze non sarò avversario. La Fiorentina può andare lontano”

L'ex Ds viola: "Sono già emozionato all'idea di incontrare la Fiorentina"

Redazione VN

Pantaleo Corvino, ex Ds della Fiorentina e attuale dirigente del Bologna, è intervenuto ai microfoni di Radio Bruno nel corso di A Pranzo col Pentasport: "Siamo arrivati per ultimi in Serie A col Bologna, dobbiamo lottare per la salvezza contro squadre che hanno già la struttura per questo obiettivo. La nostra squadra sta crescendo di partita in partita, contro il Frosinone che è una squadra collaudata abbiamo vinto una buona partita. Diawara? Con Donsah e altri forma un centrocampo molto giovane con enormi potenzialità.

Il ritorno a Firenze? Non mi sento avversario e mercoledì sarò allo stadio. C'è voglia di arrivare al risultato ma le emozioni le vivo già da ieri quando ho visto Carpi-Fiorentina. Ho visto quattro ragazzi come Matos, Lollo, Bernardeschi e Babacar che conosco bene, mi sono tornati in mente ricordi molto piacevoli. A Firenze ho avuto un rapporto straordinario con la tifoseria, non c'è mai stato un coro fuori luogo ed hanno sempre avuto fiducia nelle mie capacità. Abbiamo raggiunto quattro volte la qualificazione alla Champions e portato in viola grandi giocatori.

Ciclo Prandelli come quello di Sousa? Sono momenti diversi perché dopo Montella la Fiorentina ha mantenuto tanti giocatori, è una squadra che è arrivata quarta e che quest'anno può raggiungere grandi obiettivi. Ci sono ottimi giovani e giocatori che hanno esperienza e sono nel pieno della maturità. Quando arrivammo io e Prandelli abbiamo rinnovato tutto, a partire dall'arrivo di Toni e di tanti altri. Kalinic? Non è vero che l'ho consigliato io alla Fiorentina".

Questi altri concetti espressi a Radio Blu: "Cosa non rifarei? Ho fatto tante operazioni di mercato e non tutte riescono. L'anno dopo aver ceduto Toni, con Gilardino, Mutu, Osvaldo e Pazzini, aver ceduto Osvaldo e Pazzini per prendere Bonazzoli in prestito. Avevamo incassato 20 milioni, forse non rifarei questo affare. Babacar? Anche cinque anni fa era in prima squadra, già allora era una potenzialità straordinaria, al pari di altri ragazzi del settore giovanile. Macia? Fu la dimostrazione che non ero egocentrico nel mio lavoro come alcuni dicevano. Macia venna a gennaio, poi lo lasciai a febbraio per le mie vicende personali. Il suo addio? Credo avesse voglia di tornare al suo Paese. Gomez? Prima di Firenze aveva dimostrato di essere un bomber di razza, nessuno avrebbe pensato che non sarebbe riuscito a ripetersi. Nel nostro lavoro gli errori li fanno tutti".