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Borja: “Sousa ha più carattere e ci capisce. L’Italia voleva convocarmi. Kalinic…”

Il centrocampista spagnolo racconta: "Sono cambiate le abitudini nello spogliatoio e ne siamo contenti"

Simone Bargellini

Il centrocampista della Fiorentina Borja Valero ha rilasciato una lunghissima intervista a El Pais. Pubblicata ieri sera tardi, è stata però realizzata giovedì scorso. Questi i passaggi più interessanti che vi proponiamo:

Ti ricordi l'ultima volta che eri stato in testa alla classifica?

"Non lo sono mai stato, neanche in seconda divisione o per una giornata. E' così bello, la gente di Firenze è molto appassionata ed è felice del momento. La gioia dei poveri è breve, quindi dobbiamo godercela. Qui la gente è impazzita di gioia e cantano Salutate la capolista".

Cosa è cambiato con Paulo Sousa?

"Siamo un po' più concreti, in alcune partite abbiamo giocato peggio rispetto agli standard degli anni scorsi, ma siamo molto più compatti in difesa e gli avversari hanno difficoltà a creare occasioni da gol. Io leader? No, no, per niente. Per fortuna o purtroppo siamo una squadra senza i nomi, la forza è il gruppo. Io sono uno dei più vecchi e con più esperienza, cerco di metterla al servizio della squadra".

Le differenze tra Sousa e Montella?

"Paulo ha molto più carattere. Lui è una persona che dice cose in faccia a chiunque e in qualsiasi circostanza. Lui insiste per convincerci ancora di più a credere nelle nostre possibilità e che siamo in grado di battere chiunque. Avevo sentito parlare bene di lui e non mi sorprende quello che sto vedendo".

Cosa vi rende felici?

"Vincere, dormire a casa prima delle partite in casa, mettere musica nello spogliatoio prima e dopo gare e allenamenti. C'è un ottimo gruppo e l'allenatore ci dà molto margine di manovra al riguardo e ci siamo trovati benissimo. E in campo si vede".

Perchè se n'è andato Joaquín?

"Credo sia stata una scelta di vita, ha pensato che fosse giunto il momento di tornare a casa sua. Come amico sono felice che sia felice. Ci siamo sentiti dopo queste vittorie e lui mi ha risposto: 'bastardi, adesso vincete'!"

Che cosa significa Mario Suarez nella vostra squadra?

"Mario Suarez è uno che negli ultimi anni è stato abituato a vincere ed è molto importante. Nello spogliatoio, beh, è un personaggio divertente che sa far ridere gli altri".

E Kalinic?

"Lo adoro, è un attaccante che si muove molto e per un centrocampista che ama fare assist è l'ideale".

La Nazionale?

"Qualche tempo fa mi è stato chiesto se per caso avessi un antenato italiano per poter essere convocato in azzurro, ma non è così e quindi devo sperare nella chiamata della Spagna. La speranza è l'ultima a morire ma credo che sarà molto complicato andare all'Europeo".