Ai microfoni di calciomercato.com è intervenuto l'Unico 10, la luce, il capitano, Giancarlo Antognoni: "Sono trascorsi quindici anni dal giorno in cui, per motivi assortiti e non solo dipendenti dalla mia volontà, fui costretto a lasciare quella che sento essere casa mia anche dal punto di vista extra professionale. Una separazione estremamente dolorosa e per certi versi anche inspiegabile che soltanto grazie alla mia famiglia e agli amici fiorentini i quali non mi hanno mai abbandonato sono riuscito a rendere sufficientemente sopportabile. Però dentro fremevo e stavo male.
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Antognoni: “Manca solo l’ufficialità per il mio ritorno. Sarà come vincere un mondiale”
"Il giorno in cui entrerò in sede per mettermi a lavorare sarà il giorno più bello della mia vita professionale"
Ora, anche se è ancora da definire perché sia ufficiale, tornare a casa è come se improvvisamente si riaccendesse la luce dopo tanto buio. Posso dire, fin da subito, che il giorno in cui entrerò in sede per mettermi a lavorare sarà il giorno più bello della mia vita professionale.
Lo potrei paragonare al momento in cui, in Spagna con Bearzot, diventammo campioni del mondo anche se fui costretto a disertare la finale con la Germania. Quella fu la mia nazionale del cuore. Con la differenza che la Fiorentina è stata e sarà per sempre unica. Mi spiace solo che il tempo passi e che, io come tutti, sia un poco invecchiato. Ma al pensiero del ritorno, al di là dell’anagrafe, mi eccita come un ragazzino. Così tornerò a girare il mondo, nel nome della mia Fiorentina. Ma, sia chiaro, per lei non sarò soltanto una bandiera".
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