Lunga intervista sulla Gazzetta dello Sport, a firma Alessandra Gozzini, al grande ex di Fiorentina-Juventus: Carvalho Amauri, che racconta la sua voglia di rivalsa verso i bianconeri. Queste le sue parole più interessanti:
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Amauri: “Se segno faccio il giro dello stadio”
Intervista alla Gazzetta: “Ho voglia di rivalsa e voglio ripagare la Fiorentina. Borriello non è più forte di me” (COMMENTA)
L'estate scorsa la Juve l'ha messa da parte. Si è dato una spiegazione di quello che è successo?
«Me l'hanno già chiesto in cinquemila. A Torino ho iniziato bene anche la terza stagione, segnato in Europa League, ho fatto 3 gol nelle prime 4 gare. Poi il primo infortunio: rientro e mi rifaccio subito male. E' lì che ho sbagliato: mi sono sacrificato per rientrare prima, anche se in condizioni imperfette, e ho giocato male. Molte colpe sono cadute su di me».
Anche quando la presentarono a Firenze disse: «Alla Juve hanno voluto trovare dei colpevoli per i settimi posti degli anni scorsi, ma scaricare le colpe solo su qualcuno non è stato giusto». Conferma?
«Ormai è passato, io ho detto la mia, loro la loro. Non credevano più in me e mi hanno fatto passare per quello che rifiutava il passaggio ad altre squadre, che ancora tutte queste squadre che mi volevano le devo vedere. Il problema della Juve sembravo essere io. Eppure credo di essermi comportato sempre benissimo: mai una parola fuori luogo, mai una polemica verso nessuno. Ho la coscienza a posto».
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Mai pensato di mollare tutto?
«Sì, mi sono detto basta, chiudo tutto e torno in Brasile, se trovo squadra bene, se no pace. La forza me l'ha data mio figlio Hugo, sei anni. Sono il suo idolo, copia tutto quello che faccio: se mi fossi arreso, gli avrei dato un esempio sbagliato. Così gli ho dimostrato che le difficoltà si possono superare. Poi è arrivata la Fiorentina, qualcuno che credeva in me c'era ancora. Sono riconoscente alle società, questo peserà quando dovrò decidere il mio futuro. Il Parma? Voci, se avessi avuto un contratto più lungo, non sarebbero neppure venute fuori».
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Il gol dell'ex chiuderebbe il cerchio. Quanto ci pensa?
«Tanto. Ci tengo parecchio, più che contro un'altra squadra, non lo nego. Finora ho fatto buone partite, senza segnare. Ma sento che stavolta il gol è dietro l'angolo. Non vedo l'ora, non solo perché sarà una liberazione, ma anche per ripagare tutti quelli che credono in me. So quanto la gente ci terrebbe: mi hanno accolto bene, anche se venivo dalla Juve. Ora farò di tutto per uscirne vincitore: mi va bene segnare in qualsiasi modo. E se lo faccio rinuncio per una settimana al churrasco, il mio piatto preferito, oltre a impegnarmi per una speciale donazione all'Istituto per l'infanzia abbandonata a Carapicuiba, dove sono nato».
Si aspettava che per la Fiorentina fosse così dura?
«E' una stagione nata e proseguita in burrasca. Ora dobbiamo dare continuità alle cose positive, e non parlare in giro di retrocessione appena si sbaglia una partita».
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Se segna, esulta?
«Tanto. Faccio il giro dello stadio».
SI. BARG.
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