Alberto Malesani si è raccontato in una lunga intervista sulle pagine del Corriere dello Sport. Tanti gli argomenti trattati dall'ex tecnico viola, da qualche anno lontano dalle panchine di Serie A. Vi proponiamo alcuni passaggi nei quali il tecnico veronese ricorda anche la sua avventura a Firenze.
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Malesani: “Per il mondo del calcio sono un ex, ma ho tante idee. A Firenze c’era simbiosi…”
Il tecnico veronese si racconta, tra la voglia di tornare in panchina e alcune idee per cambiare il ruolo di allenatore
Il Bologna oggi?
Tutto un altro mondo: ha una grande proprietà e Sinisa ha fatto capire che la forza dell’uomo è infinita, è stato un esempio per tutti, ci ha insegnato a non mollare mai. Se il Bologna, e non solo il Bologna, avesse il carattere di Mihajlovic vincerebbe lo scudetto tutti gli anni.
Tornare ad allenare?
Sono ancora vivo: le mie idee di calcio non solo sono attuali, ma anche avveniristiche. Potrei ancora fare l’allenatore. Se non alleno è perché per il mondo del calcio sono un ex e non allenerò mai più. Adoro fare l’allenatore, uno dei mestieri più belli del mondo, ma quando i risultati non ti danno più ragione e l’età avanza, succede che ti dimenticano. Nel calcio l’avanzare dell’età distorce il pensiero delle persone, io credo invece che l’esperienza sia un patrimonio. Le grandi squadre vincono grazie a campioni con passato alle spalle, perchè per gli allenatori è diverso?
Rassegnazione ed innovazione
Rassegnato? No, mi adeguo. Ho tante idee: ad esempio vedrei bene due allenatori in squadra. Non un primo e un secondo: uno più esperto e uno giovane. Quattro occhi vedono meglio di due.
Numero uno in panchina?
Guardiola, ma vorrei lavorare insieme a Mourinho ed Allegri. Nel portoghese vedo ciò che è mancato a me: la capacità di gestione e di proporsi bene. Allegri per la semplicità e per il fatto di essere sempre diverso. Non andrei a lavorare con un allenatore didattico, su questo aspetto mi sono sempre sentito sicuro.
Allenatore-manager
Se non sai muoverti con la società, con i giocatori, con i tifosi, i giornalisti e i procuratori, di strada ne fai poca. A Bologna, Chievo, Fiorentina e in parte anche a Parma questa simbiosi c’era, in altre piazze non sono riuscito a crearla.
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