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Sì, Chiesa può fare il tornante, anche con le grandi. La Fiorentina ha il suo Eto’o, ma per quanto?

GERMOGLI PH: 29 LUGLIO 2020

Un plauso alla dedizione e alla professionalità, comunque vada a finire

Federico Targetti

In principio era Sousa. Nella prima partita della stagione 2016-2017 il tecnico portoghese della Fiorentina faceva esordire, nel ruolo di esterno a tutta fascia, un ragazzino figlio d'arte che poi, nel finale di campionato, si sarebbe preso i gradi di titolare per non lasciarli più. Solo i meno attenti non avranno capito che parliamo di Federico Chiesa, che è diventato abbastanza rapidamente la stella - o per lo meno, una delle stelle; ogni riferimento a Ribery è fortissimamente voluto - della Fiorentina. Tutti lo vogliono, nessuno lo prende, perché sono due anni che è l'anno dell'Europeo, perché Commisso l'anno scorso ha fatto una promessa al suo arrivo, e perché il costo del cartellino, diciamolo alla maniera del Presidente, è alto assai. Ma sono cose più o meno risapute.

Un po' di storia recente

Con Iachini, non c'è dubbio, abbiamo assistito ad una rinascita di Chiesa, soprattutto dal punto di vista caratteriale. Nelle vacanze di Natale 2019 il ragazzo è rimasto ad allenarsi per recuperare da un problema fisico, poi tante prestazioni di puro impegno, condite dal record personale di gol nonostante qualche imprecisione di troppo. E poi la querelle sul ruolo. Non tanto su quale sia il suo naturale: è evidente che Chiesa è un esterno offensivo, votato più all'attacco che alla difesa, dotato di strappi importanti e per questo adatto a moduli che gli lasciano spazi da percorrere, come il 4-3-3, il 4-2-3-1 e simili. Eppure sono ormai quasi due anni che Chiesa, con la Fiorentina, non interpreta quasi mai quello che tutti dicono essere il suo ruolo. Possiamo definire fallito l'esperimento del Montella-bis di trasformarlo in un attaccante, fallimento sancito poi dalla disastrosa prova nella sconfitta interna col Sassuolo datata 1 luglio 2020. Da quel momento, anche grazie ad un passaggio al 3-4-3, le prestazioni del numero 25 sono tornate più che buone. Fino ad arrivare al precampionato settembrino, e all'arretramento a tornante per fare spazio al duo composto da Ribery e Kouamé in avanti. Problemi? No, non molti. E se Lucchese e Reggiana non erano cartine tornasole molto affidabili, Torino e Inter (un assist, un gol e tanti ripiegamenti preziosi anche in difesa) lo sono state di certo. Per cui Chiesa non solo può fare il tornante, ma lo può fare anche a livelli elevati.

Esame superato

Chiedere a Perisic. Il croato, fresco campione d'Europa con il Bayern Monaco, non è l'ultimo arrivato quanto a corsa, fiato e inserimenti vincenti, eppure Chiesa, quasi da terzino di categoria, era sempre lì, pronto a disturbarlo sui traversoni di Young sul secondo palo. Un giocatore che ha la testa da un'altra parte non riesce a fare queste cose, figuriamoci ad impallinare Handanovic con un tocco sotto dopo 50 metri di scatto. Forse la sua volontà è quella di misurarsi in una realtà più blasonata, ma finché non avrà messo la firma sul nuovo contratto, la Fiorentina avrà un pendolino sulla fascia destra. E chissà che il nuovo contratto non possa essere quello del rinnovo, ancora con il giglio sul petto.

Il precedente illustre

Facendo le dovute proporzioni, l'arretramento di Chiesa sulla fascia per permettere la coesistenza di Ribery, di una punta, di Castrovilli e dello stesso Federico ricorda la mossa vincente di Mourinho all'Inter dieci anni fa: scalare Samuel Eto'o sulla fascia e chiedere ad un giocatore che aveva già vinto tutto di ripiegare in difesa, per poter coabitare in attacco con Milito, Pandev e Sneijder. Quell'accorgimento portò l'Inter a vincere la Champions, magari questo di Iachini, ultimi otto giorni di mercato permettendo, porterà la Fiorentina di nuovo in Europa. 

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