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Pres. OSA Seattle a VN: “A Firenze mancava la passione, per Commisso è fondamentale. Il suo sogno, i DV e Chiesa…”

L'intervista esclusiva all'imprenditore italo-americano Giuseppe Pezzano, che con la Fiorentina ha vissuto anni di partnership importanti

Federico Gennarelli

Un progetto interessante, costruito con passione e dedizione, che ha contribuito alla crescita del calcio negli Stati Uniti. Merito di Giuseppe Pezzano e del suo OSA Seattle, club che milita nella NPSL e che punta alla formazione e alla crescita dei giovani a livello internazionale. È presente anche una squadra maschile, con l'ex viola Mirko Barbero, per un percorso che si sta ampliando sempre più e rappresenta una realtà molto importante nel calcio americano. L'imprenditore, che vive a stretto contatto con i New York Cosmos di Rocco Commisso, ha raccontato in esclusiva a Violanews.com le sensazioni sulla nuova proprietà viola e non solo, parlandoci anche delle numerose partnership che ha intrapreso negli anni con la Fiorentina.

Come nasce questo progetto a Seattle al maschile e al femminile?

Da un percorso graduale, iniziato con la vecchia proprietà viola e con Sandro Mencucci. L'idea è quella di un percorso graduale volto a dare maggiori spunti di crescita ai giovani. Alia Guagni, ad esempio, è passata dal mio club e posso dire che l'ho vista tornare a casa arricchita e cresciuta. Non soltanto nella lingua, ma anche e soprattutto dopo essersi misurata con un calcio più fisico e diverso come quello americano. Quello che facciamo capire ai ragazzi è che non esiste soltanto la tecnica, ma lavoriamo molto anche sull'aspetto mentale. Il calcio femminile, ad esempio, è cresciuto e lo stiamo vedendo in un Mondiale in cui le nostre Azzurre sono fra le prime otto del pianeta e ogni partita - salvo rare eccezioni - è sempre molto equilibrata.

La collaborazione con la Fiorentina, poi, è di lunga data...

Risale al 2008, quando nella mia esperienza fiorentina ho portato per circa tre anni il mio esperimento di crescita internazionale con il Fiesolecaldine. Le mie strutture erano utilizzate dalla società viola per far crescere giovani calciatori: sono passati di lì anche Bernardeschi e Babacar. L'accordo con la vecchia dirigenza mi ha poi portato nel 2010 a portare per la prima volta i viola in tournée in America, alla creazione della Fiorentina School, a convenzioni per studenti stranieri.

L'OSA Seattle è inserita in NPSL, a stretto contatto con i Cosmos di Rocco Commisso. Ha avuto modo di conoscerlo? Ce lo racconta?

Ho conosciuto da poco di persona Rocco e posso tranquillamente dire che ha il mio stesso modo di pensare: quello di voler fare le cose nel modo migliore. Conosco invece molto meglio Joe Barone, con il quale ho lavorato per anni. Questa proprietà usa la passione come elemento trainante ed è così come si è mostrata da subito, ha un grande amore per l'Italia. Ha capito che a Firenze mancava il sentimento e lo sta portando in città. Sa benissimo che non deve illudere i tifosi promettendo la luna, ma ha tutte le intenzioni per agire in maniera sensata e nelle regole del bilancio. Sa che il tempo stringe ma vuole fare le cose per bene. Devo però riconoscere che anche la vecchia proprietà Della Valle, nonostante qualche difficoltà comunicativa, ha sempre mantenuto l'importante obbligo morale per dare alla squadra ciò che in quel momento era ritenuto migliore.

Quando è nato l'interesse di Commisso per la Fiorentina? I Della Valle avevano sempre nascosto la presenza di acquirenti e invece ci siamo ritrovati le cose quasi fatte...

Da parte sua c'è stato da tempo l'interesse a investire nel calcio italiano e ci aveva già provato con il Milan. Le analisi sulla Fiorentina sono state fatte da tempo, perché i viola in America sono molto conosciuti e apprezzati. Posso dire che a certi livelli le trattative sono complicate e richiedono molto tempo perché spesso non coinvolgono nemmeno direttamente gli interessati. Sicuramente l'avvicinamento viene da lontano, ma il tipo di imprenditore non si discute: Mediacom è uno dei cinque più importanti provider degli Stati Uniti e il sogno di Commisso è lavorare per competere con le grandi del calcio in piena sintonia con la mentalità americana.

Che effetto le farà rivedere la Fiorentina in America con la nuova proprietà?

Mi ha fatto più effetto quando ce l'ho portata io (ride n.d.r.). Alcuni anni fa le squadre di Serie A che andavano dall'altra parte del mondo avevano più visibilità, erano una novità assoluta. Lo spirito era più 'romantico', mentre ora con un intero torneo organizzato ad hoc e un movimento americano che si è sviluppato a buon livello è diventata quasi la normalità.

Si aspetta che possano esserci anche investimenti a livello di sponsor o comunque legati alla nuova proprietà?

Non sono a conoscenza di particolari iniziative al momento, ma sono certo che Firenze debba avere lustro anche a livello di brand e questo Rocco lo sa molto bene. Ci possono stare anche investimenti più o meno importanti, che fanno sempre parte della voglia di sviluppo di cui parlavamo in precedenza.

Il Presidente è stato chiaro nel ribadire la volontà di trattenere Federico Chiesa. Lei che idea si è fatto?

La sua volontà è reale, è vero quello che dice. Ovviamente, poi, le leggi di mercato sono imprevedibili, ma Chiesa ha completato un percorso importante fino a divenire un Top Player a livello italiano e internazionale. Ritengo corretto che le cose debbano seguire una naturale transizione e che almeno per un altro anno Federico possa restare a Firenze. Anzi, è un consiglio che mi sento di dargli da lontano.

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