di Filippo Angelo Porta
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Mazzola a VN: “Fiorentina-Inter partita con pochi gol. Su Chiesa e Icardi…”
Lo storico capitano dell'Inter presenta per Violanews.com Fiorentina-Inter e ha anche parole di elogio per Federico Chiesa
In occasione del big match di domenica sera, fra Fiorentina e Inter, Violanews.com ha contattato, in esclusiva, lo storico capitano nerazzurro, Sandro Mazzola.
Salve, Mazzola. Domenica sera ci sarà la sfida fra Fiorentina e Inter. Ci aiuta ad inquadrare il match?
“Le due squadre, nei primi 30’, staranno molto attente. Si studieranno, senza scoprirsi troppo. Il primo che fa il numero, il guizzo, può indirizzare la partita in un senso o nell’altro. Difficile fare un pronostico, anche perché entrambe le formazioni stanno molto bene. L’Inter, dopo il caso Icardi, sembra addirittura aver trovato un certo equilibrio. La Fiorentina, dal canto suo, è molto pericolosa in casa. Ma per me ci saranno pochi gol e molto equilibrio”.
A proposito del caso Icardi, lei è stato un grande capitano e lo stesso vale per Giancarlo Antognoni. Non crede che ormai si conceda la fascia da capitano con troppa superficialità?
“Sai, i tempi sono ormai cambiati. Per rispondere a questa domanda, dovremmo conoscere bene il ragazzo in questione. È vero che Icardi adesso è in difficoltà e che è diventato capitano molto giovane, ma se l’Inter lo ha scelto un motivo ci sarà. E per me non avevano sbagliato. Certo, ora tocca a lui riconquistare tutto l’ambiente”.
Dunque, non condivide la scelta di togliergli la fascia?
“Se l’hanno fatto senza confrontarsi prima con lui, per me è stato un errore. Ma la società voleva dare un forte segnale, soprattutto al gruppo. E hanno colpito l’uomo più rappresentativo. Sono sicuro, però, che chiariranno”.
Nella Fiorentina, invece, è appena diventato capitano Federico Chiesa. Le piace il ragazzo e crede sia stato giusto concedergli questo privilegio?
“Chiesa è fortissimo, è il giocatore italiano più talentuoso in questo momento. E te lo dice uno che da dirigente seguiva i ragazzi ogni giorno, girando tutti i campi della Lombardia e non solo. So riconoscere il talento e lui ne ha da vendere. Sulla scelta di farlo capitano, anche qui, bisognerebbe conoscere bene il ragazzo, ma a vederlo da fuori sembrerebbe un bravo ragazzo con dei valori. Dunque, per me è stata una scelta corretta”.
A proposito dei giovani calciatori italiani. Come mai in questa fase storica il nostro calcio è così in crisi?
“I ragazzi talentuosi non mancano, guarda Zaniolo. Mancano, invece, i metodi di allenamento. Quando ero ragazzino, ci facevano allenare tirando il pallone contro il muro numerato: c’erano i vari quadratini, con dentro i numeri, disegnati con pittura nera. E a turno, ci veniva chiesto di colpire un determinato numero. Questo ti allenava soprattutto i riflessi e il controllo. E ciò era determinante. Mi auguro si possa tornare al più presto ad insegnare calcio ai ragazzi; ne hanno bisogno loro, ne ha bisogno la Nazionale”.
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