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La partita di Polverosi – Gioco, vittoria e Europa più vicina

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Fine delle sconfitte, la Fiorentina ha ripreso a vincere nella partita che non poteva sbagliare, quella contro la Roma, e non l’ha sbagliata.

Alberto Polverosi

Fine delle sconfitte, la Fiorentina ha ripreso a vincere nella partita che non poteva sbagliare, quella contro la Roma, e non l’ha sbagliata. Due a zero, rigore di Gonzalez, gol di Bonaventura, ma soprattutto una gara comandata senza alcuna difficoltà. Ha giocato solo la squadra di Italiano, quella di Mourinho non si è quasi presentata al Franchi. Così ora, per due posti in Europa lottano in tre, Atalanta, Roma e Fiorentina, tutte a 59 punti.

La Fiorentina ha vinto sfruttando una delle migliori prestazioni di Nico Gonzalez, imprendibile per Mancini. Lo hanno guidato Amrabat (scommessa vinta da Italiano: ha fatto un partitone da centrale) e Duncan, altro protagonista di una serata tutta viola fin dall’inizio. Dall’altra parte c’era una squadra di fantasmi. La Roma era rimasta all’Olimpico, all’uno a zero sul Leicester. Mourinho pensava un’altra cosa, pensava che la squadra, la stessa squadra di giovedì scorso (un solo cambio, Veretout al posto di Zaniolo), fosse in grado di battersi alla pari con la Fiorentina. Non è andata così. Le scelte del portoghese sono state infelici, compresa quella di schierare sei centrocampisti. Troppi e troppo poco costruttivi. La Fiorentina ha avuto la meglio in tutti i duelli diretti tranne uno, quello di Cabral (assente nel gioco dall’inizio alla fine) contro Smalling. Ma il resto era tutto viola. Venuti non ha mai perso Zalewski (supersonico nelle due gare contro il Leicester), Igor e Milenkovic hanno annientato Abraham e Pellegrini (che si è visto solo su calci piazzati), Amrabat non è mai stato infastidito dall’ex Veretout e Biraghi mai preoccupato da Karsdorp. Davanti, Gonzalez ha fatto girare la testa a Mancini e Ikoné, che pure non ha entusiasmato, ha messo un difficoltà lo stralunato Ibanez.

UN RIGORINO. La Fiorentina è passata prestissimo in vantaggio per uno spunto micidiale di Nico Gonzalez che ha saltato Mancini e appena entrato in area è stato leggermente toccato con la punta del piede da Karsdorp. Non proprio un rigorissimo, anzi, diciamo pure un rigorino di questi tempi moderni. Sul dischetto è andato lo stesso Gonzalez, mezzo scavetto di sinistro, Rui Patricio spiazzato. La Roma ha cominciato subito a boccheggiare, mai un contrasto vinto, mai una marcatura forte, mai una seconda palla conquistata. Era tutto della Fiorentina e lo era con una facilità incredibile. Dopo 6 minuti, il 2-0, anche questo facilissimo. Attacco palla al piede di Bonaventura che ha avuto tutto il tempo di piazzare di sinistro la palla sul secondo palo mentre Zalewski, preoccupato da Venuti in sovrapposizione alla sua sinistra, e Ibanez, preoccupato solo dalla sua incertezza, non hanno chiuso lo spazio.

IL GUARDALINEE. La Roma si è vista con una punizione ben calciata da Pellegrini e ben deviata da Terracciano in angolo. Poi ha segnato ancora la Fiorentina e ancora con Bonaventura, ma il guardalinee Vecchi, ancor prima del var, ha pizzicato Biraghi in fuorigioco al momento dell’assist. Lo stesso Vecchi, però, l’ha combinata grossa nel finale del primo tempo quando ha segnalato a Guida un fallo inesistente di Ikoné su Ibanez, entrato male e fuori tempo: il francese era davanti da solo a Rui Patricio. Se sulle posizioni di fuorigioco anche evidentissime il guardalinee resta sempre con la bandierina giù in attesa del var, perché l’ha alzata per segnalare un fallo che non c’era? Poteva aspettare e poi al var avrebbe visto che l’eventuale gol era buono.

RIPRESA DI GESTIONE. Mourinho ha provato a riprendere la partita con Zaniolo al posto di Sergio Oliveira, ma la Fiorentina non ha mollato di un centimetro. Era troppa la differenza sul piano fisico e atletico, la Roma era stanca, spenta, sembrava anche demotivata. Amrabat si è impossessato di nuovo della manovra e accanto a Duncan ha tenuto i giallorossi sempre molto distanti da Terracciano. L’unica occasione della Roma è arrivata con l’unico cross fatto bene da Zalewski e l’unico colpo di testa di Abraham schiacciato e uscito di poco. Nient’altro sul fronte giallorosso. Su quello viola Nico Gonzalez continuava a imperversare, poteva starci un altro rigore per una trattenuta di Cristante all’argentino ma Guida, ripensando probabilmente al primo concesso con un pizzico di generosità, stavolta non ha fischiato. Occasioni per Amrabat, Ikoné (ma perché non tira mai in porta?), Maleh e alla fine anche per Piatek che aveva preso il posto di un deludentissimo Cabral. Gli ultimi 6-7 minuti sono trascorsi col continuo possesso palla dei viola: la Roma non aveva nemmeno la forza di rincorrere. Alla fine però una buona notizia è arrivata anche per i giallorossi, dopo un anno è tornato Spinazzola.

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