Gigi Buffon, ormai ex portiere 40 enne della Juventus, confida al giornalista Alessandro Alciato alcuni retroscena sulla depressione che lo ha colpito tra il 2003 e il 2004, retroscena che saranno approfonditi nel libro "Demoni", che il giornalista pubblicherà a breve:
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La depressione di Buffon: “Attacco di panico prima di una partita, non se ne accorse nessuno”
Parla Buffon: "Ero in campo ma feci affidamento sul mio orgoglio, sul mio amore per il lavoro e decisi di non mollare"
Il primo attacco di panico prima del match contro la Reggina? Non se ne accorse nessuno e pensavo di essere ancora più solo. Ero in campo ma feci affidamento sul mio orgoglio, sul mio amore per il lavoro e decisi di non mollare. Mi sono detto: se prendi la via più facile, se non entri in campo, lo farai sempre. Rimasi in campo e feci una parata dopo pochi minuti, su Cozza. Vincemmo la partita per 1-0. Fu come un elettroshock. Ero bello, ricco e famoso: perché? Perché non prima? Perché in quel momento? Perché non dopo? Mi sono salvato grazie al mio orgoglio. Un giorno andai alla Galleria d’Arte di Torino e mi innamorai di un quadro di Chagall, si chiama La Passeggiata. Pensai che le piccole cose potevano darmi una mano. Potevo ritrovare la gioia di vivere. Tornai il giorno dopo a rivedere il quadro. Ci vuole pazienza, non è che il male possa sparire dall’oggi al domani, come dall’oggi al domani non è venuto.
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