Francesco Flachi, intervistato da Fuorigioco (inserto settimanale della Gazzetta dello Sport), torna a parlare della sua squalifica che è ancora in essere e che gli impedisce di entrare negli stadi e di allenare persino tra i dilettanti: "Nemmeno avessi ammazzato qualcuno – commenta l’ex Fiorentina e Samp –, d’accordo: ho sbagliato due volte. E mi sono rovinato la carriera: già questa è una bella pena da scontare, non trova? Le faccio una domanda: dopo tutto questo tempo ha ancora senso lo stop? Mi fa male non poter portare allo stadio mio figlio, sapere che il mio nome è dentro una lista nera. E mi fa ancora più male non poter andare in panchina: vorrei allenare in modo normale, prendere il patentino, fare la gavetta, vedere se sono capace. Altrimenti resto a preparare i panini… Sono stato un cattivo esempio, ma è il passato. Perché è accaduto? Avevo disconnesso il cervello. Un cretino, suvvia. Ma ora dico: non mi sono venduto le partite e non ho fatto uso di doping per migliorare le prestazioni. Forse, dico forse, 9 anni di stop possono bastare. La seconda opportunità si concede ai peggiori criminali. La lezione è servita, datemi la possibilità di dimostrarlo con i fatti". Flachi parla anche di Fiorentina e dei suoi tempi: "In squadra c’era gente come Rui Costa, Batistuta, Baiano. Avevo meno di 20 anni, trovare spazio quasi un miraggio. Adesso la società ha scelto di puntare sui giovani: fa benissimo. Chiesa è uno dei pochi talenti italiani, così come Bernardeschi venduto alla Juve. E Pioli è l’allenatore giusto per portare avanti questo progetto".
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