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Di Carmine racconta Paulo Sousa: “E’ l’uomo giusto per una piazza come Firenze”

Redazione VN

L'ex viola è stato allenato da Sousa ai tempi del Queens Park Rangers

Dall’Inghilterra all’Italia nel segno del pallone. In comune una stagione al Qpr ed una spiccata vocazione per il gioco offensivo. Protagonisti della storia Samuel Di Carmine e Paulo Sousa. Si, perché Samuel - oggi attaccante del Perugia in Serie B - è stato il primo italiano ad essere stato allenato dal portoghese. E il caso ha voluto che Di Carmine sia nato e cresciuto nella Firenze che adesso è in delirio per il suo nuovo allenatore. “Senza dubbio credo che sia l’uomo giusto per una piazza così - spiega Samuel Di Carmine a gianlucadimarzio.com - perché è un allenatore preparato che fa giocare bene le sue squadre senza mai rinunciare alla sua mentalità offensiva”.

Ma la sua dote migliore sembra non avere molta attinenza con la tattica. “E’ un allenatore-giocatore. Ti lascia sereno, sa quando spingere e quando frenare dal punto di vista mentale. Punta tutto sul rapporto con i giocatori”. E con Samuel aveva un rapporto molto particolare. “Con me era un prima di tutto un grande amico. Andavamo sempre a cena fuori insieme e a fine allenamento si fermava ore e ore per farmi migliore il tiro e poi in palestra per sfide infinite a calcio-tennis”.

All’epoca Di Carmine aveva appena 19 anni e con Paulo Sousa è diventato grande. “Non è un allenatore che guarda l’età anagrafica dei suoi giocatori. Io ero giovanissimo eppure mi faceva giocare anche se in rosa c’erano ragazzi con molta più esperienza di me”. Ecco perché non si stupisce dell’impiego e del rendimento di Bernardeschi. “Anche lui è un ragazzo giovane con grandi qualità. Il mister lo ha capito da subito e gli ha dato la massima fiducia, a dispetto dell’età”.

Ma al di là di tutto, la Fiorentina gioca anche un bellissimo calcio. “E’ tutto merito del suo lavoro settimanale. Non ti mette mai pressione ma arrivi il giorno della partita che ti ha spiegato tutto dell’avversario nei minimi particolari”. E poi c’è qualcosa che ha saputo importare dal calcio inglese. “Senza dubbio il pressing. Rispetto alla Fiorentina di Montella che pure giocava un bellissimo calcio, questa di Sousa è una squadra che non molla mai e lotta su ogni pallone anche oltre la propria metà campo. Poi ha dalla sua dei giocatori tecnicamente straordinari che sicuramente aiutano nel lavoro e nel raggiungimento dei risultati importanti”.

Un anno insieme al Qpr che è bastato a Sousa e Di Carmine per stringere un grande rapporto di stima e amicizia. “L’anno seguente voleva anche portami con lui allo Swansea ma poi Corvino mi volle alla Fiorentina e non se ne fece più nulla. Ho continuato a sentire Sousa fino ad un annetto fa, poi ho mantenuto rapporti molto stretti con il suo vice che però adesso allena da solo in Quatar”.