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Breve storia del gioco del calcio (3) – Il Sistema cambia il modo di giocare

Saverio Pestuggia

Fu Herbert Chapman, mediocre ex giocatore ma grande stratega, assunto dall’Arsenal per risollevare le declinanti sorti del club, a mettere a punto, seguendo le indicazioni di alcuni suoi calciatori, una nuova tattica di gioco, che si chiamò Chapman system, che venne chiamata ovunque “sistema”. La figura determinante ancora una volta era il centromediano che, a differenza dal “metodo”, veniva arretrato sulla stessa linea dei terzini, i quali dovettero allargarsi sulle fasce laterali, dando vita a una difesa a tre che avrebbe marcato da vicino i tre attaccanti avversari. I due mediani avanzavano e formavano, con le due mezzali, il quadrilatero di centrocampo, mentre le ali e il centravanti restavano il terzetto di punta.

In Inghilterra il successo del sistema fu immediato con l’Arsenal, reimpostato da Chapman che ottenne una lunga serie di vittorie e questo fece sì che molte altre squadre lo adottassero. La Germania di Otto Nerz, giocò i Mondali del 1934 vinti dall’Italia, con il Sistema. Nell’Europa centrale e in Italia, culle del Metodo, il processo fu più lento. Nel Campionato italiano la prima squadra ad adottare il sistema sul finire degli anni '30 fu il Genoa del tecnico inglese Garbutt, seguita dalla Fiorentina di Galluzzi, ma solo le vittorie in serie del Grande Torino  indussero nell’immediato dopoguerra a una generale conversione al Sistema con il Bologna che fu l’ultima squadra ad abbandonare il metodo. Alla nuova realtà, malgrado le resistenze del tecnico Vittorio Pozzo, dopo molte sconfitte inopinate dovette arrendersi anche la nazionale azzurra.

L'introduzione quasi globale del Sistema portò i tecnici italiani (ma non solo) ad escogitare qualche 'trucco' per sopperire ad una minore capacità tecnica dei propri atleti. Le partite vivevano più o meno di 10 duelli individuali e la squadra che aveva in campo dei campioni avrebbe potuto vincere solo con le prodezze singole di questi. Ecco che comparvero il cosiddetto 'mezzo sistema', il 'Vianema', il 'Verrou' per arrivare all'introduzione fissa del libero ed al catenaccio. Un'altra variazione, ma del gioco d'attacco è quella dell'ungherese Sebes che spostò indietro il centravanti della sua squadra che diventava quindi un vero e proprio regista avanzato: Hidegkuti agiva alle spalle di Kocsis e Puskás in quell'Ungheria capace di vincere le Olimpiadi del '52 di arrivare in finale ai Mondiali del '54 e di violare nel novembre del '49 il mitico Wembley rifilando un solenne 1-4 agli inglesi.

Insomma la tattica iniziava ad entrare nel mondo del calcio e Gianni Brera, allora direttore de La Gazzetta dello Sport condusse una battaglia storica per convincere i tecnici italiani ad adattare il Sistema. Anche la grande Fiorentina che vinse uno scudetto arrivando poi 4 volte seconda, non giocava il Sistema puro. Fulvio Bernardini, il Dottore, aveva adottato il modulo già dagli anni 40 ma nella sue Fiorentina aveva inventato un meccanismo per potenziare la difesa: il mediano destro Chiappella retrocedeva al posto di Magnini, che si accentrava a stopper, consentendo a Rosetta di stazionargli alle spalle in veste di “libero”. Quando poi l'azione ripartiva si ricomponeva il classico schieramento sistemista. In attacco Prini fungeva da ala tornante a dar manforte al centrocampo, consentendo a Montuori di giocare più avanzato in appoggio a  Virgili.

Questo è solo un esempio, più vicino a noi, delle variazioni adottate al Sistema che analizzeremo a fondo nella quarta puntata della nostra 'Breve storia del gioco del calcio".

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