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Kalinic: “Firenze era nel mio destino. Ho rivisto i gol di Batistuta e…”

Kalinic esulta

"Indossare la maglia numero nove a Firenze è una missione. Quando ho saputo che mi cercava la Fiorentina, ho capito che si trattava di un magnifico destino"

Redazione VN

L'attaccante della Fiorentina Nikola Kalinic ha rilasciato un'intervista a la Repubblica. Queste alcune sue parole:

"Avevo visto le immagini della festa organizzata dai tifosi a Gomez. Ho anche capito di cosa è capace questa città. Ma lui quell’accoglienza se la meritava. Ha vinto tanto, veniva da un top club, aveva segnato una valanga di gol. No, il paragone non avrebbe avuto senso, la mia è un’altra storia. Io ho fatto di tutto per venire qui. E non mi sono scoraggiato. Non mi aspettavo gli applausi per il mio nome o per i gol fatti. Semmai desideravo quelli per le reti che avrei segnato. E sono arrivati. Come quelli per la squadra e per ciò che stiamo facendo".

Per Gomez la Fiorentina si è svenata. Lei invece pur di venire a Firenze si è abbassato l’ingaggio. Scelta originale.

"Venni a giocare qui con il Dnipro in Europa League. Vidi la città di sfuggita, perché quando vai in trasferta funziona così: a volte nemmeno fai caso a dove sei finito. Ma quelle poche ore mi sono rimaste nel cuore. Come dite voi: colpo di fulmine, no? Ecco. E così quando il mio agente mi ha chiamato per dirmi che la Fiorentina mi cercava ho capito che era destino, un magnifico destino e non ho nascosto il mio entusiasmo. Gli ho detto subito: non perdiamo tempo, digli di sì".

Ma abbassarsi lo stipendio non è da tutti.

«Prima sono andato dal presidente della mia società e gli ho fatto capire che ero disposto a tutto pur di andare a Firenze. Poi ho chiamato il mio agente e gli ho detto che abbassare un po’ l’ingaggio per me non era un problema. Ciò che perdevo nel contratto lo avrei guadagnato in qualità della vita, avendo la possibilità di vivere in una città bellissima e di giocare in una squadra ambiziosa e spettacolare. E queste cose non sono dettagli nella biografia di un uomo e di un calciatore. E poi il campionato italiano per me era un grande obiettivo".

Lei indossa il numero nove. Quello di Gabriel Batistuta.

"E infatti appena ho firmato sono andato su youtube a rivedermi i suoi gol più belli in maglia viola. Roba da matti. E quella rete a Wembley contro l’Arsenal? Beh, comunque sapevo già che qui indossare la maglia col numero nove è una missione speciale, diciamo così".

Da Spalato all’Inghilterra. E poi in Ucraina. Lei qui sta rinascendo.

"L’esperienza inglese non è stata esaltante. Anche perché il Blackburn era una squadra con qualche problema. Ma certi passaggi della vita, soprattutto i meno facili, comunque ti fanno crescere. In Inghilterra ho imparato a combattere. A fare i conti anche col calcio fisico. Per questo non protesto quasi mai. Eppure di falli ne subisco parecchi".

E anche la tecnica non le manca.

"Il calcio che piace a me. Fantasia e spietatezza davanti alla porta. Generosità, fisicità ed egoismo quando serve. Per questo adoro Ibrahimovic, secondo me il migliore".