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Biraghi e il Chievo, la rivincita un girone dopo: settimana magica e piede alla Pasqual

È stato l'uomo della domenica, al termine della propria settimana d'oro

Giacomo Brunetti

"Non è sempre domenica. Menomale, pensò quel giorno Cristiano Biraghi, al termine della partita contro il Chievo al Bentegodi. Un 'liscio' dilettantistico sulla prima rete di Castro, pesi da sessanta chili sui polpacci al momento dello stacco per la doppietta dell'argentino, che sacrificò la Fiorentina in un pomeriggio iniziato con l'incornata di Simeone e terminato con zero punti e un fardello di problemi.

"Un girone dopo, la situazione si è ribaltata, consacrando la più classica delle settimane d'oro: convocazione in Nazionale - inaspettata, per certi versi, rispetto a quella di Chiesa, doverosa, e di Benassi, potenzialmente prevedibile - e bordata che pesa come un macigno. Alla fine, il totale fa zero, tra andata e ritorno. Non negli scontri diretti, poiché il Chievo non è una diretta avversaria, anche se non si sa in cosa, ma per Biraghi, che si prende la sua rivincita.

"Non è un fenomeno ma ha portato stabilità alla corsia di sinistra. Talvolta pecca in fase difensiva, in altre gare è timido nella spinta, ma nel rapporto qualità/prezzo l'acquisto è contemplabile, soprattutto alla luce dei predecessori e degli attuali avversari interni. La qualità balistica è un aspetto in più, quello che rendeva un po' più speciale anche Pasqual. Intanto questo è il suo momento magico.

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