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Riforma Champions, l’Uefa decide a dicembre

il format della Coppa Campioni può cambiare presto: nei prossimi mesi l’Uefa rivoluzionerà la competizione più importante d’Europa.

Redazione VN

Riforma Champions, il format della Coppa Campioni può cambiare presto: nei prossimi mesi l’Uefa rivoluzionerà la competizione più importante d’Europa.

L’Uefa, infatti, deciderà a dicembre se cambiare il format della Champions League. Questa l’indicazione emersa negli incontri a porte chiuse che i manager della Federcalcio europea hanno avuto a Milano nei giorni della finale di coppa. Vertice in cui erano presenti anche Andrea Agnelli e il dirigente del Real Madrid Pedro Lopez, insieme al numero 1 della federcalcio olandese Michael van Praag, uno dei candidati all’elezione del presidente Uefa, spalleggiato anche da Karl-Heinz Rummenigge.

Decisiva infatti nell’ottica della riforma Champions l’elezione del successore di Platini, che avverrà il prossimo 14 settembre. L’orientamento è quello di studiare per quella data qualche format di revisione della Champions che possa poi essere ratificata a dicembre ed entrare in vigore nella stagione 2018-2019. Nessuna novità quindi almeno per le prossime due stagioni, poi la rivoluzione potrebbe diventare realtà.

Il pressing delle squadre inglesi e di alcune big come Inter e Milan potrebbe quindi avere i suoi frutti. Un torneo più “chiuso” è comunque considerato un’opzione realistica, ma l’attuale format, con una fase a gironi a 32 squadre, resa quello più attraente sia per i grandi club che per i telespettatori, secondo quanto filtra dalla Uefa. «Abbiamo bisogno di un format per la fine dell’anno – ha spiegato il direttore delle competizioni Uefa, Giorgio Marchetti – Noi siamo ascoltando diversi pareri».

Tra le proposte in campo, anche quella di giocare le gare di sabato, anche per favorire i mercati asiatici e americani. L’opzione che si avvicinerebbe alla SuperLega sarebbe quella di concedere più posti garantiti alle nazioni big, per intenderci quelle dei top-5 campionati, Inghilterra, Spagna, Germania, Italia e Francia. In modo da garantire il maggior numero di sfide tra le migliori 16 squadre, con posti che potrebbero essere assegnati per storia (ad esempio a chi ha vinto più di due Champions) oppure per un fattore economico (chi ha un fatturato superiore ad una certa cifra).

Un sistema che non sarebbe un vero e proprio campionato chiuso, quanto piuttosto darebbe maggiori garanzie alle squadre maggiori sulla partecipazione alla Champions (e soprattutto sui ricavi che ne deriverebbero). Senza dimenticare che un torneo squilibrato, cioè con poche squadre di alto livello, potrebbe non convenire nemmeno alla Uefa, sempre per quanto riguarda gli introiti.

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