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Speciale 50 anni del 2° scudetto: i tabellini dei primi 3 turni. Maraschi: “Il merito dello scudetto va a Chiappella non a Pesaola”

Roberto Vinciguerra

MARIO MARASCHI RACCONTA A VIOLANEWS...

intervista di Iacopo Nathan

Nell'anno del secondo tricolore viola Mario Maraschi giocò tutte le 30 gare di campionato, risultando, con 14 reti, il miglior marcatore della Fiorentina in quel torneo.

"Sono stati tutti  gol determinanti, perché abbiamo sempre tenuto le distanze. Il Cagliari ci avrebbe superato altrimenti"

- Cosa si ricorda del pareggio ottenuto nel "fortino" dell'Amsicora?

"Contro il Cagliari prendemmo un gol da un lancio da dietro, con il nostro difensore che si stava allacciando le scarpe e nessuno se n’era accorto,  quindi, la punta non era in fuorigioco. Però non abbiamo mollato, sapevamo di essere forti e infatti siamo riusciti a pareggiare"

- Quanto e come aveva pesato il lavoro svolto da Chiappella, fino all'anno precedente sulla panchina della Fiorentina, nel sapere plasmare la squadra che poi si aggiudicò lo scudetto l'anno successivo?

"Da quando abbiamo capito che avremmo potuto vincere lo scudetto, ci siamo molto uniti, anche grazie al grande lavoro di Chiappella. Quando nel 1967 arrivai alla Fiorentina, la squadra che ho sempre amato da ragazzo, io facevo l’esterno destro. Visto che Amarildo non era un centravanti, dopo averne parlato anche con De Sisti, mi sono fatto spostare davanti. Giocavamo molto corti, coprivamo tutto il campo ed eravamo molto offensivi, facevamo tutti gol. Con tanti grandi giocatori come "Picchio", Chiarugi e Merlo era bellissimo giocare. Eravamo convinti che potevamo vincere quel campionato nel 1969. Chiappella, nel 1967-68, faceva di tutto affinchè quella squadra potesse vincesse veramente. Quando venne esonerato ci siamo messi a piangere. Gran parte dello spogliatoio ha dedicato a Chiappella lo scudetto l'anno successivo. Pesaola lasciava spesso fuori Chiarugi e non ci voleva ascoltare, non ne capiva tanto. Io sono andato via dalla Fiorentina anche perché questa persona non ci ascoltava. Quando andammo a giocare con il Celtic per i quarti di finale di  Coppa Campioni, Pesaola lasciò fuori Chiarugi e ci rovinò. Ci eravamo parlati dopo la gara contro il Torino, lui mi disse “Mario sono io l’allenatore faccio quello che voglio”, io gli risposi “Lei sta facendo tutto per farci perdere”, infatti abbiamo perso 3-0. Nella gara di ritorno abbiamo vinto 1-0, chiaramente con gol di Chiarugi, se lui non avesse fatto nulla, saremmo arrivati in finale di Coppa Campioni di quell’anno, ne eravamo tutti convinti.  Eravamo una squadra unita e compatta, eravamo veramente convinti di arrivare in fondo, ma la situazione che si era creata mi obbligò a scappare dalla Fiorentina. Noi eravamo veramente uniti, ma quell’allenatore ci smembrò totalmente. Il Petisso non ci ha mai ascoltato, questo fu il suo grande errore.  Sapevamo come muoverci in campo, anche io sapevo sempre dove la palla sarebbe andata, per come si muovevano i miei compagni, come successe quella  volta che feci il gol in Coppa Campioni contro la Dinamo Kiev. Tutti quei risultati arrivarono grazie ad un grande lavoro svolto in precedenza da Chiappella, che per noi è stato fondamentale. I tifosi con noi erano meravigliosi, centinaia di bandiere, ci hanno sempre sostenuto al massimo e noi volevamo sempre ripagarli, giocavamo tanto anche per loro. Noi volevamo vincere a tutti costi ed eravamo convinti. Poi c’erano Narciso Parigi e Franco Zeffirelli che ci spronavano e ci spingevano sempre tanto, dicendoci sempre “Dai che ce la fate!”. Poi con un allenatore che ci voleva bene come era stato Chiappella, eravamo diventati veramente una famiglia"

http://www.violanews.com/statistiche/fiorentina-2016-17-ecco-tutte-le-date-della-fase-del-pre-campionato-il-ritiro-a-moena-inizia-il-9-luglio/

 

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