Partiamo da un ragionamento logico:
statistiche
Che la Serie A torni a 18, anzi… a 16 squadre!
L’analisi di una situazione ingestibile. I pessimi risultati europei delle italiane sono una conseguenza.
- le squadre che disputano la Liga sono 20.
posizione della Spagna nel ranking UEFA: 1 (81,50 punti)
- le squadre che disputano la Premier League sono 20.
posizione dell'Inghilterra nel ranking UEFA: 2 (68,53 punti)
- le squadre che disputano la Bundesliga sono 18.
posizione della Germania nel ranking UEFA: 3 (65,27 punti)
- le squadre che disputano la Primeira Liga sono 16.
posizione del Portogallo nel ranking UEFA: 4 (53,63 punti)
- le squadre che disputano la Serie A sono 20.
posizione dell'Italia nel ranking UEFA: 5 (52,84 punti)
- le squadre che disputano la Ligue 1 sono 20.
posizione della Germania nel ranking UEFA: 6 (42,83 punti)
Aggiungiamo il fatto che negli ultimi 4 anni (compreso quello attuale), tra Champions League ed Europa League sono arrivate in semifinale:
14 squadre spagnole (4 successi: 2 in CL ed 2 in EL)
6 portoghesi (1 successo in EL)
5 tedesche (1 successo in CL)
4 inglesi (2 successi: 1 in CL ed 1 in EL)
1 italiana, svizzera e turca
Con questi dati oggettivi (e non certo discutibili), possiamo tranquillamente evidenziare come solo due leghe (quella spagnola ed inglese) possano continuare a gestire un campionato a 20 squadre, mediamente di buona qualità, che, evidentemente, non incide negativamente sulle prestazioni delle singole squadre a livello continentale.
Se consideriamo che la Germania, terza nel ranking europeo, ha un campionato a 18 squadre ed il Portogallo (quarto) ne ha uno addirittura ancora a 16 squadre, significa che l'Italia dovrebbe ritornare, minimo, ad un torneo a 18 squadre per tornare ad essere competitiva a livello di singoli club nelle 2 competizioni UEFA.
Questo "problema" ce l'ha, sostanzialmente, anche la Francia, che, come l'ultimo campionato italiano, si è trovata con una classifica molto simile a quella italiana, cioé con i primi tre posti finali dello scorso campionato delineati da molto tempo prima dell'epilogo.
Non solo.
La mediocrità del campionato italiano è data anche da altri fattori. Il fatto ad esempio che le ultime 5 squadre in classifica siano state sotto i 31 punti a 3 giornate dal termine è stato un fatto unico, in quanto, in passato, a queste cifre non si è mai salvato nessuno. Questa situazione, non presente nel campionato francese, ha portato la quota salvezza nell'ultimo campionato di Serie A addirittura fino a 33 punti (cosa impensabile per il maggiore torneo professionistico nazionale).
Questa situazione sta creando degli assurdi paradossi, tipo quello della Roma che, nonostante gli 85 punti (che ha rappresentato il record giallorosso ed un rendimento superiore agli anni degli scudetti), ha chiuso al secondo posto in classifica staccata di 17 punti dalla prima, mentre, altrove, con gli stessi punti, sarebbe stata in corsa per il titolo finale fino all'ultima giornata (il Manchester City, ad esempio, è arrivato primo con 86 punti).
E non è stata solo la Roma a rimetterci in questa situazione, in quanto Napoli e Fiorentina stesse hanno conseguito in Italia ed in Europa importanti risultati nel corso della scorsa stagione, ma, anche a causa, probabilmente, di uno stressante susseguirsi di gare in campionato concentrate in diversi periodi della stagione (campionato italiano che, a differenza di quello spagnolo ed inglese, inizia più tardi) non sono riuscite, verosimilmente, ad imporsi a livello continentale.
Le motivazioni non finiscono certo qui (potremmo continuare con gli stadi vecchi, scomodi e semivuoti, i bilanci delle società sempre meno attivi, l'incapacità di saper prendere decisioni idonee a gestire i tifosi come la "Tessera del Tifoso", etc...), ma l'immediata necessità di prendere in considerazione il ritorno ad un campionato a 18 squadre è più evidente che mai.
E considerata l'escalation europea dei lusitani nel corso degli ultimi 4 anni, pensare anche al ritorno ad un campionato italiano a 16 squadre potrebbe essere una delle ipotesi da tenere seriamente in considerazione...
ROBERTO VINCIGUERRA
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